Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

232 P. Pancrazi quel frate curioso e come l'ebbe interrogato col chi sei e come ti chiami, e avendogli lui risposto: ' Mi chiamo Palmerio ', subito l'afferrò per la i;onaica e soggiunse: ' E. anche tu sei dei nostri e verrai insieme con noi '. ' No, no, non sono dei vostri .... '. Ma quello avvantaggiandosi della pia– cevolezza sua lo trattenne, e lo trasse con sé a terra che si schermiva con parole e gesti e lo forzò a seder seco in ~ezzo agli· altri. E mentr~ avvenivano queste cose e quel tale frate cunoso era trattenuto tra gli altri venne anch'egli destinato a una determinata provincia .... Costui era fra Giordano da Giano, che scrive, per voi queste memorie; che per tale avventura venne fo Germania; che scampò al tanto temuto furore dei T'edeschi e che con fra Cesario e con altri frati per la prima volta tra– piantò in Germa~ia l'Ol'dine dei Frati Minori». Nell'ultime parole senti la santa compiacenza di un vecchio frate che ha speso tutta la vita nel suo dovere; ma quanta arguzia, ehe giocoso .sorriso su se stesso, nel racconto del Capitolo delle stuoie! C'è quasi una pungente moralità, di curiosità punita, temperata però da una .superiore morale, tutto viene per il meglio. (E ha ragione il Pompili dove dice che dietro il cappuccio di fra -Giordano •si vede a volte l'ombra di Bertoldo). Ed ecco fra Giordano m:i,ssionario nell'aborrita Germania. (Andavan con lui, tra gli altri, due francescani famosi anche per noi profani: quel Giovanni dal Pian di Carpine che fu poi tra i Mongoli e Tommaso da Ce– lano). E una volta in Germania, la Cronaca di fra Giordano cerca di dire più cose, fatti e notizie che può. Al vecchio frate sta a cuore testimo– niare le missioni tedesche; l'andare e il venire dei frati, i nuovi adepti, in pochi anni il propagarsi dell'Ordine come una rete su mezza Germa– nia. Frà Giordano scrive a gloria di ,San Francesco e dei suoi frati. Ma tuttavia nelle cose che dice e nei fatti che raoconta, egli resta l'uomo che è. Anche quando non si scopre tutta, la sua arguzia, quel .suo sa– poroso buon senso, fa capolino. Cosl dove dice di quei frati che, alla cerca, sapevano o non sapevano il tedesco, .secondo che gli conveniva; e i ripieghi per essere accolti, l'alloggio trovato ovunque, ora in una sede vescovile, ora nell'asilo dei lebbrosi o in una chiesa diroccata. Poi le popolazioni stesse finivano per costruire ai frati il convento. A Erfurt fu chiesto a fra Giordano se desiderasse che il luogo p~r loro fÒsse fab- · bricato a guisa di ,chiostro. cc Questi che non aveva mai visto un chiostro nei luoghi .dell'Ordine, rispose: 'Non so che ,sia un chiostro: fabbri– cateci semplicemente una casa presso l'acqua corrente, perché noi si possa discendere ad essa per lavarci i piedi '. E cosi fu fatto». E ci sono vivaci accenni ai confratelli: gran rispetto di fra Giordano per i frati •dotti, i teologi, i grandi predicatori; e la maestà d~l corpulento Gio– vanni dal Pian di Carpine ass,iso sull' asino; e quel fra Nicola frate umile, ma cosi umile che con la sua sola presenza teneva fra Giordano in disagio (che è nota di fine psicologia): cc In vero fra Giordano restava talmente confuso dalla umiltà, di fra Nicola che poteva appena soste– ne_rne 1~ presenza, e ~on osava di recarsi l;lidErfurt più spesso di ogni sei settimane. Fra Nicola però teneva meglio in ,d:i,sciplina i suoi frati con la semplice presenza sua, che altri con le reprimende e i precetti». . Qua~do ,San Francesco mori, fra Giordano fu di quelli che tornarono 1~ p_atr1a, e restaron presenti aJ Capitolo generale. Ricevute alcune re– l!qme del Santo, un poco di capelli e di vesti, se ne tornò poi in Ger- BibliotecaGino Bianco

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