Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

. 440 P. Pancrazi nini le Alpi la Provenza e i Pirenei, entrò in Ispagna e il 27 m~rzo arrivò a Burgos dove allora si trovava il Re. Più di 1700 chilometri in cinquanta giorni, e quarantacinque tappe, a ~avallo, con una scorta di cinque o sei persone, tenendo una media di via d1 trenta o quaranta chilometri al giorno, attraversando tre catene di mon-. tagne, in una stagione terribile, spesso sotto la neve. E tuttavia un felice viaggio « sanza danno e impedimento alcuno nelli uomini e nelle bestie>>. ~ Di quella ambasceria che, compresi i viaggi di andata e di ri– torno, durò ventitré mesi e otto dì, già sapevamo tutto (le lettere e le relazioni d'el Guicciardini in Ispagna compongono il volume sesto delle sue Opere Inedite); sapevamo pure che'il Guicciardini ne restò soddisfatto, contento, anche per quei tali ducati, « compittatis omni– bus, vi stetti con buono utile». Ma nulla an~6ra si sapeva del viaggio. Solo di recente, nel- 1' Archivio Guicciardini a Firenz.e è stato rinvenuto il quaderno col Diario-del viaggio in Spa.gna; e lo pubblica ora il conte Paolo Guic– ciardini (Ed. Le -Monnier, Firenze 1932. L. 70) corredandolo di prefazioni ric·hiami note indici tàvole illustrazioni, geografiche sto– riche e letterarie, tante e cosi bene ordinate, che a leggere è come avere intorno tutte le opere utili della biblioteca guicciardiniana, aperte alla pagin~ giusta. Gli ambasciatori :fiorentini non ci ha,nno laisciato diari di viag– gio: durante e dopo le ambascerie scrivevano quelle lettere e rela– zioni· che ci furono poi conservate dai destinatari ; ma i diari perso– nali (che certo ne scrivevano) andaro1io perduti. Non abbiamo una pagina dì diario del l\fachiavelli iri viaggio. Tanto più piacerà agli studiosi il diario ora scoperto : esemplare raro di una specie per– duta. Ma quello che poi conta di più è che il diario sia, com'è, del Gnicciardini. L'impressione prima del diario è quella di un uomo che non perde tempo : le distanze percorse, il tempo impiegato, questa è la prima cura del Guicciardini ambasciatore, che ha da arrivare e far presto. Tra una pagina e l'altra del diario si sente il trotto lungo· dei cavalli. E le cose che di ta.ppa i:r:i tappa il Guicciardini riesce a scrivere nel quaderno risentono anch'esse un animo, sereno si, ma occupato. Niente di ozioso, nessuna impressione che voglia soitanto essere impressione, né il Guicciardini parla mai di sé o.della scorta (o gli basta un cenno appena: non si potrebbe essere più lontani dli lui dal viaggiatore romantico); ma, in compenso, c9se e fatti più 0he può. E in queste· cose e fatti è già presente - il Guicciard1ni, l'uomo e lo scrittore che conosciamo; il diario ha già il piglio e il taglio suo. Entrandovi a cavallo ~gli giudica presto la città se è . ' «terra>>, « grande terra>>, « pella terra», o « terretta » o « terrac- Biblioteca Gino Bianco

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