Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

LA MOGLIE. Giuseppe Norsa prese moglie tre anni fa, verso la fine di lugli0. Era il più sorridente e il più aperto tra i nostri ainici: e tale rimase anche dopo la S11a disgrazia, eh' io posso narrare soltanto per le sue ripetute e minuziose confidenze. Noi l'amavamo perché lui solo, tra noi, era dotato !l'una natura felice e di un istintivo accordo con la vita : e questo forse non poteva capire chi non lo conosceva, o conosceva di· lui solo una certa abitudine, violenta e categorica, di sentenziare e scomuni– care : quando, invermigliatosi d' un tratto, s' inalberava contro tutti in nome dei suoi principii. Ma noi sapevamo che quest'affan– noso fuggire all'aforisma e al giudizio era un suo modo di sottrarsi alle discordie della vita, per poi scorrervi libero come un bel fiume senz'intoppi. Il suo gridare, il suo sdegnarsi erano arte dì vivere senza umiliarsi a conoscer fastidio: una declamazione immune d'ostacoli in un mondo innocente e chiaro all'intelligenza: e si accordavano con un sorridente abbandono all'amicizia di tutti, eh' egli cercava, imparzialmente rifiutando d'accorgersi d'ogni aspetto del nostro carattere incompatibile con lui. Così fioriva senz'impedimenti. È vero che noi stessi amici, pure accarezzandolo per la sua buona indole, ci chiedevamo talvolta se l'amavamo dav– vero: trovando in lui medesimo un punto d'arresto, quasi un' iro– nia dissimulata di languore, come in· chi dice : non proseguire, so quanto basta pe~ capirti, è inutiie cercare di più. È vero che io sospettavo che la sua destrezza nel porre in luce la nota che più gli piaceva, e nell' ignorare le note diverse o contrarie, fosse do– vuta a esosità di cuore: e ch'egli non sapeva vincere, verso qualun– que di noi mostrasse di dare un peso a una qualsiasi ragione sen– timentale, un'invincibile ripugnanza che contrastava con-l'espres– sione semplice e tenera del suo viso. E d'altra parte, come avrei potuto non amarlo? Non conosco nessuno che sapesse vivere così abilmente in equilibrio, e la cui vita nel tempo stesso fosse così istintiva. · Tre anni fa prese in moglie Carla· Parenti, una roma-na giova– nissima che abitava a Milano. La stagione era calda, ·e subito dopo la cerimonia nuziale i due sposi partirono in automobile verso la Mendola, un luogo climatico in vi~inanza di Bolzano, posto su ·Biblioteca Girio Bianco

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