Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

. La moglie -429 un valico e contornato di fitti boschi. Vi arrivarono verso il .tra– monto del sole e si fermarono sulla veranda d'ell'albergo a bere il latte appena muntd. Il giovane sposo bevendo esaminava la moglie e,· strano a dirlo, solo ora nasceva in lui un sentimento di preoccu– pazione,· quasi che s'ace,orgesse di non conoscerla abbastanza. Di famiglia ricc~ ma d'origine oscura, la sposa- manifestava nei linea– menti e nelle :inovenze la· regalità plebea propria di tante donne della sua città: un che di sboccato e d' incontin~nte nello sguardo, nel riso, nella medesima floridezza del corpo, si mescolava nel sor– gere con .una maestosa indolenza: gli occhi lucevano, scuri, :fis– sando, ma, poi :finivano per volgersi attorno quasi con pesantezza e a naufragare tra le ciglia : il v.iso era rotondo e pallido sotto i capelli neri. Giuseppe s'era astenuto, secondo l'indole propria, dal- 1' informarsi del suo passato, e non voieva 'saperne nulla che non risultasse dalle parole di lei, prima perché si fidava, poi perché stimava inutile e ripugnante conoscere in altro modo la verità. _Ap– prossimandosi l'obbligo di conoscerla in tutto, aveva un senso quasi di paura, che ingannava abilmente facendo scorrerè l'occhio dalla donna al paesaggio, o constatando la carnalità, che sicura e vi- vissima provava verso di lei. 1 Salirono in camera a cambia,r d'abito per il pranzo. Lo sposo rimase discosto, pallido e muto, e timoroso di toccarla; Nei giorni scorsi la proroga al suo desiderio. gli era parsa penosa : lo pren-· deva ora, di fronte alla donna che s'accorgeva d'aver mantenuto ignota a bella posta, quasi un istinto di procrastinare, una paura di conoscenza. Capiva ora che nei giorni prossimi avrebbe dovuto rendersi conto d' una realtà, buona o cattiva che fosse, e accettarla o combatterla, eluderla mai. Se ripensava alla sua vita, la vedeva piena di complicazioni e di tortuosità nei particolari, ma nell'as– sieme facile' e tutta eguale, e perciò semplice e solitaria, simile a un suon:o di flauto in un paesaggio deserto : e presentiva una com– plicazione di specie dii.versae straniera. Sollecitava la moglie a finir di vestirsi, tanto la solitudine con lei gli pesava: e sul punto d'uscire, costretto a riconoscere d'essère- in ansia, la fermò, sulla soglia, e richiuso l'uscio già semiaperto: -..,.Carla, - d1sse, - ti prego : siamo in tempo anc6ra. Quello . che io non t'ho mai chiesto, voglio saperlo liberamente da te. Qua– lunque cosa, o bella o brutta, per me sarebbe lo stesso, e mi saprei adattare. Ma per carità, te ne supplico, non ingannarmi, mia cara, ch'io non abbia mai a ritrovarmi ingannato. Parla, noi siamo in tempo anc6ra, forse tra poco non saremo più in tempo. _ La sposa lo riguardava, con quegli occhi che a tratti le scom- parivano in basso o in alto. · · - Di;mmi tutto, è lo stesso. Ma non ingannarmi, perché sarebbe un delitto. Giurami che .... se non è, non importa . BibliotecaGino Bianco

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