Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

Miopia 411 - Non volevo allarmarti. E poi non si tratta che di fitte im– provvise. ~ ,Sono tornato a tempo: mi pareva di saperlo. Ohe cosa ti senti? - Niente, niente, passerà. Spegni il lume : la luce mi dà tanto fastidio. . Salivano daHa bottega i colpi sordi della pasta sbattacchiafa sulla madia e rivoltolata. Le ~parole tronche si mutarono presto in gemiti, in «Ahi! Ahi h>, cosi strazianti, che anche il caporale, uso alle tragiche in– vocazioni si sentì rimescolato e commosso. Sedutosi timidamente e quasi sull'orlo del letto domandò: - Hai consultato il dottore ? - È inutiJe, è inutile .... E più il marito s'interessava, più la donna si schermiva, - Ohe fortuna! sei arrivato a tempo! È la Madonna di San C'elso che mi protegge. - Dopo una pausa di silenzio e di affannosi re– spiri le doglie riprendevano hnprovvise e più .forti lasciandole ap– pena il fiato per mormorare: · - Hai ràgione. Forse hai ragione. Dovrei prender qualcosa, un calmante. In casa non c'è niente! - Ora mandiamo il ragazzo : il, -Togn. E stava per chiamare: « Togn ! Togn ! )), quando la signora Ermelinda lo interruppe : · - No no. Niente, niente; nessuno nessuno. A un ragamo il far– macista non darebbe niente, nemmeno una polverina e poi non bisogna interrompere il lavoro quando il fuoco è acceso. Il pane deve essere sfornato alle quattro. Tu non sai· che vita per far andar avanti il commercio. Tu sei fuori dei fastidi! ò'redeva di sognare : un inizio così burrascoso di quella magra e tanto sospirata -licenza non l'avrebbe mai immaginato. Male-: detto destino ! Anche la moglie con le doglie ! la moglie ammalata ! Su, rìalzati di colpo come quando devi andare di pattuglia; non accendere la lampadina. Neanche un cerino: infilati la giacca. Si· aggira a tastoni per. la camera: è disorientato. Abituato in trincea e nel fifaus, gli spigoli le niollezze lo confondono. La camera è piccolissima e immensa. Ora ti voglio a ritrovare gli occhiali. E la giubba ? Dov'è la giubba? Gli pareva di- averla appesa alla spal– liera di una sedia: se la ritrova per terra tra i piedi e là infila: la abbottonerà camminando come quando si va all'attacco. Gi-ù dalle scale. Dov'è il farmacistà? I ragazzi, il vecchio, lo guardano sbalorditi. Non sa nemmeno lui dove andrà, che cosà comprerà. Tutto gli pare complicato ed assurdo nella vita del fante in li– cenza, nell'intermezzo borghese e provvisorio di quindici giorni. Cammina cammina, scopre la farmacia : per farsi aprire deve bus- Bib{ oteca Gino Bianco

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