Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

/ LA STRADA, LA BISAOOIA E LA PIPA (E ANOHE GIOSUÈ OARDUOOI). Qualche felicità c'è, anche in questo mondo. Va bene che -sitratta sempre, tutt'al più, di leggiere ebbrezze che un poco ci allon~a– nano, appunto, da questo mondo, e ce lo fanno scorda.re; ma m– somma c'è. E chi è savio sa ritrovare la felicit à sua, co nfacente alla sua natura e ai suoi gusti; e cosi anch'io, che sono savio, la. mia. E la mia, finché dura, è questa : sacco su le spalle, grosse scarpe ferrate, pipa tirolese; e andare in giro per le Alpi. Più su, e meglio è; più solo, e meglio è. Perché nella· compagnia qual– cuno c'è sempre che non ti s'addice. Quello non ama la strada maestra, e impreca a ogni automobile che passa e fa polvere; e io amo anche la strad'a maestra, e il gran ·sole e la gran luce e il gran bianco che accecano. quello ha l'ambizione di fare il capo, !il duce, la guida; è il! testa a tutti, sa tutto, conosce tutto; a un bivio gli scopri, mal celato, un attimo d'incertezza; azzardi : - C'è uno là, presso quella capanna; domandiamo a lui. - Si offende, strepita : - Sono certo; di qui. - E andiamo a su<l an– ziché a nord. Quell'altro ha da far prova e mostra della sua resi– stenza; se mi férmo, vedo ne' suoi occhi un. sorrisino come di pietà : - No, caro, non sono stanco; ma voglio sapere quella montagna lassù, quel paesino· 1aggiù, che nome hanno; e soprattutto voglio chiacchierare con questo stradino e offrirgli da fumare, che ha la pipa spenta e vuota. - A proposito di pipa : una volta, fra il Col Rodella e la· Val Gardèna, che erano· meco alcune signorine, sento una di codeste signorine squittire, la vedo dar un guizzo, fare un gesto di ribrezzo, scostarsi da me, correre in testa. Prego credere che io nella mia pipa fumo saporitissime spuntature di sigaro to– scano, che bruciano lente e odorose, e con cenere bianca, indice di tabacco ottimo, come .sanno tutte le persone intelligenti; e poi, a quell'altezza, e col vento e la nuvolaglia che ci sbattevano in faccia quel giorno ! Insomma, il caro prossimo è meglio che resti al piano : visto da duemila metri è una meraviglia. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy