Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

386 S. Benco maestri non troppo disgiunti nel tempo e a noi accessibili per le anc6ra aperte possibilità di riviverli spiritualmente e di appagare in loro quel bisogno, che è perpetuo nell'uomo, di spiriti familiari; e la grande illusione e il grande sforzo della Francia romantica per :fingersi un Victor Hugo sommo e divino di là dal vero e che pertanto non resse; e l'infatuazione tanto propria di ogni periodo giovanile dell'arte per l'uno o l'altro contemporaneo, in cui par di vedere un superatore di quanto è stato in ogni tempo tra,scorso e un predesti– nato a ringiovanire l'immortalità. Questa è psicologia, è una delle tante norme segrete del fluire della vita; non c'entra l'arte per se stessa, ma le fortune dell'arte vi_sono comprese. Io non credo cp.e Volfango Goethe sia poeta grande alìo stesso titolo dei pochi che gi– ganteggiano, più antichi, in altre nazioni; ma grande è abbastanza perché, essendoci tanto più vicino, stimoli in noi un interesse più immediato e specifico e agisca con più larga ad'erenza sul nostro modo interiore di vivere. In questo senso, il privilegio della Ger– mania di avere in lui il suo poeta rappresentativo, è un privilegio invidiabile. Né siffatta impressione del partecipare di lui a una vita anc6ra attuale appare menomata dal vederne messo dai tedeschi stessi in contestazione ad ora adi ora il primato a favore d'altri anche più recenti: quando in nome di Schopenhauer, quando in nome di Nietzsche; spiriti universali sorti oltre l'orizzonte goe– thiano, non dotati a somiglianza sua del divino dono di vivere poe- , tando, ma pure poeti. Questa relatività di Goethe vicino agli altissi~i, questo suo fluire nella vita accanto alle ben determinate moli degli erculei, la ster– minata e seducente divagazione intorno a se stesso e al mondo che fu la sua opera, avvolgono lui e la sua fama di un fascino partico– lare al quale nessuno spirito delicato saprà sottrarsi. Si sbaglia di certo volendolo vedere con preconcetti; e pure fu questo il modo nel quale gli avvenne di essere incessantemente veduto, passando per i vari mutevoli spiriti coi quali i contemporanei suoi edli posteri cer– cavano di rimirarsi in lui. Che egli fosse, nel secondo S~ttecento, il poeta della ribellione spirituale e della passione romantica, non è dubbio, chi ricordi come il suo nome la prima volta si spandesse per il mondo con le concitate meditazioni, l'amorosa frenesia e il colpo di pistola di cc Werther >>; ma ecco più tardi, a quei contemporanei stessi, o ai loro successori, egli può apparire come lo spirito apolli– neo, anche caro alla dotta Minerva, per la gravità ond'e ,s'immerge con attenti occhi nei segreti della natura e della stessa mente che esplora; e già un'altra generazione d'interpreti, abbagliati del grande dramma simbolico di Faust, vede in lui il poeta :filosofo di una nuova epoca, il poeta di un'umanità che sente in sé l'orgoglio e l'angoscia dei titani; e in contrasto con tal concezione, altri si atteggiano un Goethe olimpico, sereno, misuratore di savie sentènze BibliotecaGino Bianco

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