Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

VOLFANGO GOETJJE. Privilegio o inferiorità dei ted'eschi, fra le grandi nazioni euro– pee, quello di onorare il massimo loro poeta in un moderno, in un uomo dell'età relativamente recente? Certo è che, fondata ormai sul granito dei secoli, la grandezza di Omero, di Dante, di Shake– speare, di Cervantes è stabile, intangibile, consacrata da una tra– dizione contro la quale nulla possono le mutevolezze del tempo. Essi sono divinizzati. Per Volfango Goethe, questo impietrimento sa– crale della fama, che di lui faccia in eterno e contro ogni vicenda il vertice spirituale d'un popolo, se forse avverrà un giorno, non mi sembra anc6ra avvenuto. Negli anni della guerra, quando il nervo dell'amor proprio nazionale fu teso fino al parossismo, e i tedeschi si domandavano qùale fosse il loro sommo poeta da mettere in ves– sillo come simbolo d'ella nazione e del suo gen'io, sul nome di Goethe si divisero, ricordandone alcuni l'atteggiamento poco tedesco negli anni delle guerre contro Napoleone e la frequente sfiducia nella Ger– mania; parve gli si potesse sostituire Nietzsche, e poi nemmeno que– sti piacque, per la sua inclinazione verso i francesi ; e molti erano propensi a concludere che là nazione dovesse vedere il suo massimo poeta soltanto in Wagner. Ossia vederlo con l'aiuto della musica. Goethe stava dunque in piena disputa : e a contendere con lui d!i. una anc6ra relativa e condizionata supremazia, gli .erano alzati contro due altri moderni, due glorie alle quali più che alla stessa sua mancava il granito del tempo. Tutto ciò, venendo da giorni psi– chicamente eccitati, nulla dice e nulla vale contro la realtà di Goethe ; e tuttavia con esempio popolare afferma che la gloria di lui non è superiore peranco alle fluttuazioni d'el presente, a differenza di quanto vige per i massimi poeti d'altre nazioni, uomini tutti di più remota età. Questa lontananza dei poeti esemplari è certamente in armonia con la funzione simbolica che ciascuno di essi assume nella storia del proprio popolo: ma d'altra parte ogni lontananza è una lonta– nanza, quella di tempo come le altre, né molti influssi possono giun– gere alla vita nostra da un passato troppo remoto. Onde quel tanto naturale rivolgersi degli uomini dell'attuale generazione, in Italia, verso il Leopardi, il Manzoni, il Foscolo, contemporanei d:i Goethe, 25. - Pègaso. BibHoteca Gino Bianco

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