Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

Vo[fango Goethe 387 ' . e di versi, assiso sopra un trono pontificale d'onde si dettino all'arte e alla vita, in parole di cristallo, leggi inviolabili ed imprescritti– bili. Di più, v'ha un Goethe caro allà folla sentimentale per la sua amorosa grazia, per le patetiche sue figure di fanciulle, per Mignon e per ,~argherita. E oggi anche taluno, con sconcertata meraviglia e quasi scusàndosi, denunzia di aver scoperto un Goethe dalla cir– èoscritta ai;;sennatezza, e dalle vedute pedantesche e casalinghe pro- ~ prie a un buon borghese. Già il fatto che in un uomo solo, temperamenti diversi, in mo– menti dominati da conformazioni id'eologiche diverse, possano raffi- , gurarsi una siffatta scala. di valori umani ed artistici divergenti ed opposti, è cosa sorprendente, e non si ripeterebbe for_se per alcun altro poeta. E lo strano è che quasi tutti hanno ragione, e anche chi non ha ragione non ha completamente torto. La varietà dei giudizi dipende in parte dal pe:riodo d'ella vita del poeta, sul quale cade· l'accento : ché certo i componenti spirituali òi Goethe maturo, o del vecchio signor von Goethe, pur rimanendo gli stessi, subiscono alte– razioni notevoli di quantità e di peso rispetto a quello che furono in Goethe giovane. Ma in parte egli trae in facile inganno per l'estrema mobilità del suo spirito : per il potere grande che aveva « l'occa– sione)) sopra di lui. « L'occasiol).e )), non occorre dirlo, va intesa nel senso più largo : è il 1;,ollecitante improvviso presentarsi d'ella vita in aspetto di una favilla, che diventa poesia, che suscita un poema o s'inserisce in un altro come se vi fosse predestinata ab aeterno, ov– vero suscita una meditazione, diventa senten·za, si allarga in teoria, e talora in essa si spegne. Goethe, questo Cesare della letteratura tedesca, che ih un modo o nell'altro si affaccia a tutti con attributi sovrani, fu in realtà il più grande degli irregolari che la storia delle lettere ricordi. · ' Irregolare già nel getto,stilistico giovanile del proprio pensiero, nell'architettura sintattica irrequieta, e quasi -di urgente espe– dienza, che le· parole assumono spesso in lui investendosi dell'idea e dell'imma;gine; talché parrebbe talvolta riconoscere in questa di– sordinatamente ingegnosa naturalezza qualche cosa che sia tra– smessa nell'uomo dalla adorabile sua genitrice, da quella deliziosa Frau Aia, nelle cui lettere l'affettuosità, il buon senso, le scintil– lazioni della fantasia, le sgrammaticature e le improvvisazioni orto– grafiche, fanno un impasto dl'onde vien fuori frescamente tutto il _vivido partecipare della cara donna alla vita. Questa materia- pri– mitiva, informe, ma guidata da un istinto espressivo inconscio, si è certamente nel figlio rassodata, virilizzata, si è decantata per tutti i filtri nelle zone chiarificatrici dello studio e della meditazione; e tuttavia in certi scorci capricciosi, in certe repentinità di Goethe, par _di riconoscere l'irruente fermento d'i quella prima natura. Una delle stesse sue qualità più ammirate, generalmente attribuita ad BibliotecaGino Bianco

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