Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

E. J'ALoux, Au pays du roman 511 Il paragone tra il naturalismo francese e l'inglese lo fa uscire in una sentenza la cui trovata aggiunge singolare evidenza alla verità : « Le naturalisme anglais comparé au nòtre, c'est un asile noctume de l' Armée du Salut à còté d'un bouge ». E dove trovare, con ma,ggior giustezza di tocco e grazia spiritosa, e in più breve ,spazio, una caratteri– stica di Meredith romanziere più evidente di questa ? « Meredith, c'est Apollon déguisé à la fois en lord et en clown. Mais à tout moment 1~ divin visage apparait derrière le masque du grand seigneur ou celui du bouffon : cet amour de la lumière, ce sens de la vie supérieure, ce goftt souverain de l'harmonie, cette noble cadence, ce respect de la bea,uté et, en mème temps, ces :flèches acérées et sobilleuses qui' partent dans toutes les directions, tantòt pour frapper un ennemi et tantòt pour éclairer un problème. Mais c'es,t un Apollon qui a parfois le spleen et _un gout immodéré des métaphores ». Il pregio di Jaloux critico e del suo libro è questo: senza qualità eccezionali di escavatore, egli mi pare il più fine e equanime « croni– queur » di cui si possa vantare attualmente la critica francese. Il libro non è a dir vero troppo organico : fra tanti moderni De Foe non sap– piamo troppo che ci ,stia a fare, e se vi si trovano Meredith e Hardy, un Galsworty non avrebbe stonato; e tra i contemporanei, mentre lo _studio sul diario di Barbellion non ha niente a che fare coi romanzi, oltre ai Dublinesi e a Dedalo di Joyce, si sarebbe preferito trovare anche UT,,j,_sse, e a fianco delle altre romanzatrici odierne, Radcliff Hall avrebbe com– pletato utilmente il gruppo. Ma l'autore evidentemente non ha potuto esser sistematico, raccogliendo scritti di occasione, e quando anche taluni di questi studi superano per profondità e aocuratezza la portata delle ,solite recensioni, il Jaloux ha tenuto a serbar. loro tutto il carattere di « ricognizioni >>. E talune di queste relazioni dei suoi felici viaggi nel paese del romanzo ,sono, bisogna pur dirlo, dei modelli del genere. Se il profilo morale di uno scrittore è cosa relativamente agevole a un critico come il Jaloux che sia anche un fine romanziere-psicologo (garbatissimi esempi ne -sono il De Foe, le poche pagine sul Pessimismo di Hardy, il delicatissimo disegno della Mansfield), assai maggiore è la difficoltà di ben ra.ccontare un libro, specialmente quando -si tratta di romanzi come questi, a trame larghissime e talvolta evanescenti, di racconti il cui in– canto ,sta nell'ambiente, nell'atmosfera fantastica che avvolge fatti e persone, come quelli di Henry James·. Il Jaloux è in ciò discretissimo espositore, abile soprattutto nel suggerire, più che imporre, al lettore le caratteristiche di uno stile, il tono personale di un narratore, i sottili rapporti tra la sua arte e la sua persona morale. Non analizza a fondo, non insiste, procede per accenni, p-ropone, indica, e lascia spesso in so– speso là conclusione, ma con tocco tanto sicuro da rappresentare vera– mente« l'informatore ideale». Entro questi limiti e dato il suo scopo, un solo vero difetto si può imputare al libro: nel suo generoso entusiasmo pei romanzi d'oltre Ma– nica il Jailoux è troppo facile alla lode, e ciò gli impedisce di far risal– tare, sia pure approssimativamente e con la dovuta discrezione, la differenza dei valori; il suo libro manca un po' di prospettiva. Certo è ibÌiotecaGino Biar co

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