Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

LIBRI., FAUSTO N1coLINI, La giovinezza di Giambattista Vico (1668-1700). Saggio biografi,oo. - Laterza, Ba,ri, 193.2. L. 14. Libro, come tutti quelli del Nicol~ni, pieno di erudizione rara, ghiotta, ma non affas,tellata indigestamente o ,sciorinata a pompa vana: le notizie erudite sono inquadrate in una narrazione piana e agile, con– dotta a, •sua volta, secondo una, soHda tra,ma, direttiva. Non abblamo qui soltanto i dati esterni sulla nascita, -la fanciullezza e la gioventù del Vico, fino .alla sua nomina alla cattedra di rettorica nell'Università e al suo matrimonio (gennaio 1699), - anzi fino alla nascita del primo dei suoi otto figli, la prediletta Luisa (se'ttembre 1700) - ; ma un quadro completo della ,sua formazione intellettuale. Il N. riassume, integra, organizza in quadro d'insieme una lunga se– rie di srtudi precedenti, per massjma parte suoi, sulla vita del Vico e la Napoli del tempo. Abbiamo così., innanzi tutto, una serie di ambienti, fisici e spirituali. « Un angolo di Napoli duecentodnquant'anni fa»., è intitolato il primo degli otto capitoli del libro. Non voli di fantasia, né pezzi di bravura descrittiva. Una serie di dati precisi, topografici. ar– chivistici e cronistorici, delinea la fisionomia esatta della ben nota Via di San Biagio dei Librai, con quella di San Gregorio, che anc6ra oggi cade su di essa a metà, perpendicolarmente, dalla parallela Via dei Tribunali. Qualche palazzo del Rinascimento come quello assai bello Oolobrano, qualche antica basilica, rifatta nel Seicento, qualch~ ~Ìlie– setta barooca; ma soprattutto la lunga serie di botteghe e botteguCQe di librai, che hanno dato a quella via il nome, che 'tuttora consexva. Una di ·quelle bottegucce, fra le più modeste, era di Antonio de Vico o di Vico o Vico (il cognome nei documenti' è scritto in tutti e tre i modi; dal 1725, però, Giambattista cominciò a firmarsi costantemente Vico), padre del Nostro. È un angolo, come scrive il N., «caro ai pochi che nella vecchia Napoli sentono anc6ra un alito di poesia». Ma è anche un monumento della storia della cultura napoletana; e il N. non manca di soffermarsi su questo aspetto, illustrando brevemente i librai prin– cipali, fra cui primeggiavano due francesi, Antonio Bulifon e Iacopo Raillard; figure di bibliofili, come quella insigne di Giuseppe Valletta, il corrispondente assiduo di Antonio Magliabechi, aggirantesi instan– cabilmente a ricercare materia di acquisti, a portar notizie librarie, a dar conSJigli e anche rimbrotti, a rivedere gratuitamente manoscritti;_· BiblioteeaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy