Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

478 E. Rocca non verso il -caos >>. Erede purissimo di Rainer Maria Rilke anche nel- 1'aspettar che la molteplicità delle esperienze si distilli in poesia (egli ha atteso un decennio prima di scrivere il suo diario di guerra/e mol~o di più per vergare i ricordi d'infanzia e d'adolesce~za),_ <;3:rn~a ha lll comune -con lui, con George e con Hofmannsthal la limp~d~ta_,_ibecarat– terizza, da Goethe in poi, il nordico innamorato dell~ latnutà .. In tutti i sei volumetti cui si riduce l'opera OrM/11,a d<;l medico-poeta, _ cinque di prosà e uno di poesia, - anzi in ogni capitolo e in ogni riga de' suoi libri v' è qualcosa oltre che çli chiaro, di suadente di riposante di lenitivo. J~-'interpretazio~€ di Hofmannsthal è cli nuovo la più _giusta.: « Il contegno del poeta è molto soave e modesto, ma una forza speciale se ne diparte qual€ dal contegno d'un medico che in sé confidi e cosi entri là dov'è aspettato>>. Umano medico, umano poeta il Carossa ci fa. dono di questa sua felicitante pacatezza senza mai farci sentire -ch'essa è il superamento di un grande dramma. Perfino quel suo primo Doktor Burgers. Jj]nde, riscontro -doice.mente patetico del Werther goethiano, respira e. comu– nica quest'atmosfera chiarificata. Figlio di medico come l'artist}I. che l'ha creato, questo giovane dottor Burger esercita coscienziosamente ma con sempre minor entusiaismo l'arte di prolungar vite consunte. La pazienza celestiale che i malati lodano in lui non è che pacata di– sperazione per la propria impotenza che in pi€no si manifesta quando col buon farmaco ereditato dal padre non riesce a salvare l'amata. Allora il medico scrupoloso che non ha mai la,sciato la condotta esita molto meno a prender congedo dal mondo. . Dicono che nella vita dei medici non -del tutto privi di senso d'uma– nità lo spettacolo delle umane miserie determini sempre, presto o tardi, una crisi. Salvatore di Giacomo, avviato agli studi di medicina, li pianta inorridito dalle mostruosità del teatro anatomico; Gottfried 'Benn, me– dico e poeta, traduce la sua· nausea in versi. che san di putrefazione e · di lisolo; nelle opere del medico Arthur Schnitzler, soffuse in superficie da un amabile scetticismo professionale, incombe .sempre più cupo il senso della caducità e della morte. Carossa reagisce col Doktor BiJ,rgers Ende. Ma anche qùi egli è come l'alb€ro •di tasso di cui canta nelle . sue Poesie: se un veleno mortale corre nelle radici nel tronco nei rami, le bacche si posson gustare senza pericolo. La stessa fine del dottor Burger non ha meno_ incanto delle scene d'ambulatorio e di campagna dove uomini e animali, donne fanciulle € bimbi son concreti e insieme aerei e in cui gli stes,si aspetti della morte tes.timonian del poeta assai più che del medico. Ed è lo scienziato che insieme al poeta conferisce anche al suicidio la giustificante di un volontario ritorno al tutto. . Come in Doblin, ma in ben diversa tonalità poetica il materialismo si converte qui in panteismo lirico. Le Poesie cantano l'~nima originaria di cui noi pure sialllo emanazioni, dissolvendosi le quali a lei torne– remo, puro fuoco che si volge all'antica fiamma. Non c'è morte c'è un t>terno ca1do giro degli esseri, un continuo assopirsi a più maturi na– sdmenti, un risorgere in modo nuovo. L€ ·stelle devon -ardere nell'im– mensità degli spazi pé'ché la terra verdeggi e solo da terre dissolte può nascer,e la stella .. « Chi ha generato cade in tristezza, - dalla tristezza BibliotecaGino Bianco

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