Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

LETTERA AD ALESSANDRO PAVOLINI, SULL'ITALIANO INVOLONTARIO. Nel Bargello, caro Pavolini, parlando dell'architettura chiamata ra– zionale, a. proposito dèlla mostra ora aperta a Firenze ella scrive queste parole assennate: << Le precise riserve fatt~ da noi l'altr'anno su que,n;it architettura (le quali riserve noi manteniamo) erano e sono fatte non con lo spirito di chi è rimasto indietro, al di q-µa; ma •con lo spirito cli chi ha posta oltre, un poco al di là del raziona,lismo, la sua posizione .... Domani, sgombrato il terreno, tra i nuovi avverrà la selezione e saranno , sceverati i nuovi davvero (gli architetti del tempo fascista) dai nuovi falsi, da chi cioè avesse sostituito la copia ,çlell'antico con la copia, egual– mente irrazionale ed egualmente stupida, del forestiero o insomma del-· l'altrui>>. D'accordo, anc6ra una volta, sebbene io non veda perché !:'i debba in silenzio a,spettare domani e dopodomani per accorgersi che una data fabbrica razionale è la copia o meglio l'imitazione d'una fabbrica, mettiamo, tedesca, e perciò inadatta a.Ua nostra indole,- alle nostre piazze, al nostro clima. Del progetto Vaccaro per le Poste di Napoli n~m bisognava in tempo dichiarare che forse ,era buorio per una Rinascente o . per un sanatorio della Prussia o ,della ,Svizzera, e dichiararlo prima che s.i spendes.sero milioni a costruirlo per _farvi dentro morire a gran fuoco di sole i Napoletani? _ Ma non si va. d'accordo quando ella aggiunge che « il peric olo di.ca ~ dere provvisoriamente nell'interna.zionaii.smo non è poi gra.ye. A giorn i . ci credo, a giorni non ci credo. Anche se per ora i nost ri g;iov ani arclli- . tetti si dedicassero solo aUe còstruzioni più utilitarie, più in serie, fini– rebbero probabilmente per fare un razionalismo italiano >>.Probabil– mente ? È che gli edifici restano i n piedi: vivono cioè di più e anche costano più d'un libro o d'un quadro ,s.baglia.to. A questa architettura ra– zi0nale e cosmopolita noi in Italia s'arriva, come per fortuna era na– turale, buoni ultimi, e lo stesso architetto Bruno Taut, socialista rosso e autore di molti casamenti, tJ•a i migliori di questo tipo, a Berlino, due anni fa già, ·avvertiva che questa architettura ha ormai bisogn0 · d'una sosta e gli architetti cFun esame di ,:;oscienza. Noi sappiamo quali sono i caratteri costanti dell'architettura italiana, da quella romanic1;1, a quella dell'aborrito Ottocento, perché anche .nella confusione del– l'eclettismo ottocentesco, dalla, piazza del Popolo del Valadier in Roma all'Arena del Canonica a Milano, dal Cimitero di Brescia del Vanti-ni, · al teatro Carlo Felice del Bara,bino _a Genova, dal Cisternone del Poe- • ' BibliotecaGino Bianco

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