Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

Lucia. 471 si allungavano nel durare dello sforzo; il sangue rigurgitava nel capo, sino allo ,stordimento. Ma ,ess_anon lasciava presa, riuniva tutte le forze, tutta la ·volontà. Era come a istupidirsi, a addormen– tarsi in quel dolore che annientava il pensiero, in un'agonia; e il nulla, la pace, di là. Duro, netto sul collo sentì lo spigolo della finestra, mentre il capo penzolava, abbandonato. Le mani si erano irrigidite sulle sbarre come se ci si fo'sse incollata la pelle. L'invase il terrore di sentirsi andare fuori di sé; lasciò presa. Scivolò lungo il muro, inciampò con un piede nella seggiola, e cadde per terra, col corpo in un mucchio, e rimase qualche momento abbattuta, schiacciata contro la terra. A poco a poco rinasceva la vita, la vita che avrebbe dovuto attraversare, che l'aspettava, sicura di sé, del castigo. Allora rimò la seggiola e si tirò su un'altra volta. A ridi– stendersi, tutto il corpo le doleva, macolato di battiture. Si sciolse la sciarpa che aveva al collo e· ne strinse un capo alle sbarre della finestra. Annodò aH'altro capo il nodo scorsoio, e ci passò dentro la testa. 'Ma la Lucia? ... se avesse bisogno di lei.. .. No, lei non le po– teva essere più che d'ingombro; la liberava, così. Allora si lasciò - andare. I piedi andarono a urtare il dossale della seggiola, la seg– giola si rovesciò; la stoffa scorse liscia e veloce intorno al collo e si serrò su un ingorgo del sangue : Lucia .... La Lucia tornava in Italia, sulla bella nave Cavour, ricca di qualche centinaio di dollari che a suo tempo formerebbero un li– bretto di risparmio a suo nome, vincolato sino alla maggiore età, e dei coralli che quella signorina non aveva avuto il cuore di to– glierle dal collo. Assai di più possedeva in sé, è vero; ché tutti le volevano bene; ma non sempre ciò è arra di sicura felicità; anzi. 'Ma perché non l'aveva presa il padre?, chiedeva qualche pietoso passeggero. Non si può; la bambina non poteva entrare in America; prima di tutto perché italiana e non in quota e anzi colta nell'atto di entrarvi di frodo; poi era illegittima; non era figlia di nessuno. E il padre non poteva nemmeno reclamarla; del resto, se si fosse fatto vivo avrebbero deportato anche lui; la sua posizione in Ame– rica non era in regola con la legge dell'i,mmigra,zione. E come avreòbe potuto abbandonare in balìa di se stessi i suoi interessi, che andavano così bene ? Gli interessi, la legge. E allora di quella creaturina che ne-avrebbero fatto? A Genova, l'avrebbero conse 0 gnata alla polizia dei porto e la responsabilità della Compagnia di Navigazione era terminata. Avrebbe pensato la polizia a far le ricerche al paese. Ma se non aveva nessuno? Un orfanotrofio, un ospizio; ce ne son tanti. Un caso pietoso, certo; son tante le disgra– zie a questo mondo. . DIDLFINO CINEJLLI. FiNE. BibliotecaGino Bianco

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