Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

Del tradun·e 49 ua critica si disinteressa, in generale, di questo sottoprodotto dell'arte letteraria che è la traduzione, e lo considel'a indegno del suo ufficio. Ohi ha mai visto, nella stampa che si occupa di lette– ratura, un solo studio sull'opera complessiva di un traduttore, anche fra i più in vista, o rassegne e recensioni dei singoli libri tradotti, con una valutazione seria e positiva del modo con cui sono stati resi italiani ? ·Quando mai i critici si dan la briga di raffrontare le versioni coi testi originali, per rilevarne almeno le infedeltà? Per ciò fare occorrerebbe conoscere le lingue da cui si traduce, e la maggior parte dei nostri critici non vuole assogget– tarsi alla lunga fatica di impararle, né, conoscendole, alla in– grata fatica dei raffronti. La pazienza, si sa, non è una virtù degli uomini di ingegno. 'London e Oonrad, per citare i più invadenti, hanno inondato, in un paio d'anni e anche meno, il mercato librario coi loro romanzi, e h:;i,ntrovato lettori in ogni ceto; le traduzioni e le edizioni dei loro libri si moltiplicarono in breve e si ristampano anc6ra di continuo; per accontentare le richieste del pubblico si tradussero anche le loro cose meno significative, e passarono anch'esse nella scia aperta -dalle migliori. La critica si fece viva, sì e no, con qual– che articolo generico sulla straordinaria fortuna dell'uno e del– l'altro scrittore, ma un esame coscienzioso delle loro opere non si vide, - ch'io sappia, - nella stampa italiana, e neppure un ten– tativo di illuminare il pubblico e l'editoria su quali dei loro libri fossero da tradurre e quali da trascurare, e men che meno sul valore letterario delle singole traduzioni, non foss'altro, quando erano multiple, per segnalar le migliori. Non·di meno, a queste fonti si abbeyera lo spirito dell'Italiano medio assai più largamente che ane nostre. Senza far torto ai nar– ratori italiani viventi, tanto più che alcuni non lo meriterebbero, il più letto di essi è incomparabilmente meno diffuso non solo dei due che abbiamo citati ad esempio, ma di molti altri stranieri, come Galsworthy, Jerome, Zangwill, ed altri, tapparsi recentemente all'onor del mondo tra noi. E che dire di certe romanzatrici al– l'acqua di rose, come la Delly, che ora tengono il campo incon– trastate nel mondo delle cosiddette signorine di buona famiglia, come un giorno la Gréville e la Werner? Un fenomeno di così vaste proporzioni, che ingigi'l,ntì negli ultimi anni (la generazione che declina lesse almeno ed ebbe entusiasmi per D'Annunzio, Verga, Fogazzaro, Barrili, De Amicis, Fucini, Giacosa, Oapuana, Serao, De Marchi, Farina, Neera) e che può avere incalcolabili conse– guenze sulla formazion_e spirituale, sui gusti e le tendenze delle generazioni nuove, meritava bene di essere, qltre che avvertito, - come fu, - per deplorarne gli eccessi 1 anche studiato ne' suoi .particolari e nei modi in cui si attua, per mdagare almeno se tutta BibliotecaGino Bianco

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