Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

I ciclami di Banne 37 mento i ciclami. Nel silenzio, giunsero dal bosco di sotto delle voci umane. Renata si mise a correre giù per il sentiero. Alla loro destra la pineta .scura si dfrad_ava per lasciare il posto a un altro querceto; la morbida penombra dì quel bosco, con l'erba alta di sotto e il denso fogliame di sopra, come una cupola sulle colonne de~ tronchi, risvegliarono in Lina la precisa sensazione che ebbe nell'entrarci quella domenica lontana : « È come entrare in una. chiesa>> aveva mormorato lei ed egli le aveva stretto il braccio: quella muta ri– sposta le era parsa un consentimento; ... e invece egli doveva essere già allora invasato dalla sua idea, Rabbrividì al pensiero, non tanto di quello ch'era successo dopo, quanto della possibilità che due creature apparentemente così vicine com'erano loro, corressero con l'animo nello stesso momento verso due opposte direzioni, senza sapere uno dell'altro, anzi illudendosi di sentire in armonia. - No, non tanto avanti, - gridò Lina a Renata, quando s'ac– corse che quella scendeva anc6ra per il sentiero, - ritorna; dob– biamo entrare in questo bosco: i ciclamini sono qui. - Renata si volse verso sua madre con dispetto e diffidenza : - Potevi dirmelo prima! Sei certa che i ciclami non siano più in basso? L'anno scorso siamo stati più giù. - Livio, carattere più flessibile, era già entrato-nel bosco e dal margine provocava: - Chi troverà il primo ciclamino ? - Renata, punta dall'invidia, ritornò in su correndo e gridando : - Io, io. L'erba era molto alta sotto gli alberi: si piegava dolcemente eome dei lunghi capelli; in qualche punto però, intorno ai sassi, e ai piedi degli alberi, era più dura ed eretta; qua e là moriva, in un _pallore giallo, perché calpestata e franta. Lina ebbe un brivido im– maginando di metter le mani in quell'erba: riebbe su per le gambe, nella schiena e nella nuca la sensazione di quel morbido« terribile>> · 1etto, sentì fra le dita convulse trasformarlesi quegli steli sottili in dure corde e in lacci spietati che la imprigionassero e da cui ella tentasse con strappi violenti di liberarsi; e solo alzando gli occhi e scorgendo nel cielo, oltre le chiome degli alberi, tanta luce anc6ra, .calda e intensa,· si riebbe e si ritrovò dietro i suoi bambini che cor– revano ai fiori desiderati con affannosa ricerca, curvi verso terra : Renata fissa e ostinata sempre intorno ai medesimi posti, Livio va– gando qua e là, ma senza attenzione, con l'ansia della scoperta impressa nel viso acceso. Lei, Lina, dopo pochi passi, aveva già scorto il primo ciclamo : era là ai piedi di un cespuglietto di gi– nepro, tutto nascosto tra l'erba, un pallido punto di fuoco, appena un bagliore. Ebbe come un lieve impulso di indicarlo sommessa– mente a Livio che le era più vicino, ma si trattenne per un senso di giustizia; poi disse forte : - Io lo vedo. - Dove, dove ? - gri– darono simultaneamente i due fanciulli, drizzandosi. Livio inter- 1·ogava ingenuo e fiducioso il volto della madre, mentre Renata,

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