Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

' . ' 38 · G. Stuparich più fredda ed astuta, aveva già seguito la direzione dello sguardo di lei e correva al posto, sicura. Strappò il ciclamino insieme con al– cuni fili d'erba e lo sollevò trionfante. - Cattiva, cattiva, - mor– morò Livio rivolto alla madre, quasi con le lagrime agli occhi, e poi, dispettoso, gridò verso la sorella : - Ma non sei stata tu a trovarlo, è stata la mamma! - Lina ebbe toccato il cuore da una punta di amarezza: aveva voluto esser giusta, ma non vi era riuscita, perché, non av~ndo tenuto conto della maggior furb,eria della figliola, l'aveva, col suo fare, avvantaggiata. Cosi le accadeva spesso nella vita coi suoi figlioli, e se ne sentiva umiliata, perché _neanche il suo senso di giustizia bastava a non crear preferenze. Ma trovato il primo ciclamo, i fanciulli, via via che procedevano nel bosco, davano in esclamazioni di sorprei-a e di gioia nello sco– prirne sempre di più: erano a gruppetti, a file, a coroncine tra l'erba, sotto i sassi muscosi, in mezzo ai cespugli. Comico era Li– .vio, quando prendeva possesso con gli occhi d'un tratto di terreno punteggiato di ciclami : « Sono miei>> gridava e, per il timore che altri potesse coglierli, se ne restava -là indeciso senz'abbassarsi e con le braccia allargate. Renata invece era, già china, quando le nsciva dal petto : « Oh, belli! oh, quanti!», e troncava con s"el– tezza e precisione tutti i gambi a portata delle sue mani,- non lasciandosi per nulla impressionare dai diritti proclamati dal fra– tello, ma entrando, se gli era vicina, anche nel campo di lui, sorda ai suoi rabbuffi e ai suoi reclami. Il mazzetto dei ciclami ch'ella passava, dall'una all'altra mano, era già il doppio di queHo• di Livio. Lina osservava con tenerezza i suoi :figlioli. Quanto diverso dal suo era il carattere di Renata!: così pron~a a profittare d'ogni cosa, così sicura e fredda nel calcolo. Ma anche Livio, benché le fosse per natura più vicino, non le somigliava: quel calore, quel– l'avidità ch'egli dimostrava, ella non aveva mai conosciuto in sé .. E l'altro? Cosa sarebbe stato dell'altro, del primo, della prima creatura uscitale dal grembo, se non se ne fosse partita tanto– presto dal mondo? S'era abbassata per cogliere un ciclamo, ma ne aveva appena toccato lo stelo; che dovette tosto rialzarsi senza coglierlo: il profumo gelido dì quel fiore, il colore smorto dei petali le aveva ricordato in modo impressionante il cadaverino del suo bimbo, così livido e delicato, così rigido e fragile insieme. Renata volse dal basso in su, verso la madre, una faccina severa : - E tu, perché non cogli anche tu i ciclami? Ah, ti piace. non far nulla a te, ti guardi sempre intorno! - Per Renata il diverti– mento di coglier dei fiori s'era già mutato in un lavoro da cui c'era da trarre dell'utile.· Lina si chinò e si mise a cogliere anche lei come se il rimprovero della figliola l'avesse toccata sul vivo. Pro: vava infatti un senso di colpa: oh, non per il timore che Renata . . ' BibliotecaGino Bianco

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