Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

Ulrico di Wilaniowitz- Moellendor_tf 9 Diritto Pubblico, le Province, il Diritto Penale, sono caratterizzati dalla semplicità e dal rigore della costruzione. Anche gli articoli -che egli pubblicò per tanti anni nel H ermes) almeno i maggiori, trattano un ·argomento esteso in tutta la sua interezza, per esempio 1a coscrizione dell'esercito romano. E quel che si dice dei singoli lavori, ha valore anche per tutta la sua opera, per tutta la sua vita scientifica. Questa è tutta intesa a illuminare un argomento solo, la storia della potenza di Roma. Anche i libri che sembrano più lontani dalla storia politica, io direi persino i Dialetti delf Italia Meridionale) gravitano in qualche modo verso essa. Il Mommsen ha scritto anche un commento, che io sappia un commento solo, quello alle Res gestae divi Augitsti, e questo prescinde, si può dire, dalla forma letteraria, pur singolare e quasi enigmatica. Io mi sentirei persino di sostenere eh' egli anche nella versione di alcune tra le prime Odi barbare intese continuare la propria opera scientifica, presentare e avvicinare ai proprii connazionali un testimonio rfolla gloria di Roma. Nel Carducci egli avrà veduto l'Italiano moderno nel quale l'idea della potenza di Roma aveva ripreso il suo pre– dominio ; il poeta gli era, con ogni verosimiglianza, indifferente. Dotti ai quali il Mommsen aveva mostrato un'avversione non giustificata, dissero ch'egli, storico, non seppe mai spogliarsi degli .a'biti mentali del giurista. Chi non porti al giudizio passione, dovrà riconoscere che la prevalenza dell'interesse per ciò che è Stato, il posto eminente riconosciuto alla politica in confronto con ogni altra :attività, la valutazione adeguata delle forze· concrete che domina– rono nella storia del popolo romano, caratterizzano in lui lo sto– rico, non storico di questa o quella forma di vita, ma storico sen– z'altro. Egli non si curò molto di teoria della storiografia, ma la sua storiografia, poiché egli si lasciò guidare dal suo sano istinto, è tale che adempie le esigenze delle dottrine più filosoficamente elaborate. Ma certo lo studio del diritto romano, che almeno ai tempi della sua giovinezza, quando le Pandette, sotto forma di diritto comune, avevano anc6ra vigore di legge, era· dogmatico, -costruttivo, logico, non, come oggi, filologico e storico, educò il suo spirito a quella grandiosa consequenziarietà che contrassegna ogni suo libro e ogni suo opuscolo. · Ed è vero che quest'assoluta organicità della sua opera ne segna al tempo stesso i limiti. Storico politico e non poeta, se pure ver– sificatore facile ed esperto, come per eredità del secolo XVIII erano i Tedeschi del suo tempo, sono talvolta tuttora i Tedeschi di oggi, non ebbe insomma, senso per la letteratura latina. Stupiscono e talvolta feriscono i giudizi letterari già nella giovanile Storia ro– mana, dove pure il Mommsen non è ancor lui, non è anc6ra lo storico studioso di oggettività, dove anc6ra il politico fa servire in buona fede Roma antica al liberalismo tedesco. Ma anche negli iblioteca Gino Bianco

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