Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

g.J · G. M. Gatti validamente alla virtù pedagogica dei suoi scritti, mentre credeva di contrapporre all'epoca moderna un medioevo gotico contrappuntistico ed ascetfoo sempre più sprofondava nel ròmanticismo: per esempio con ' . . l'istituzione della formula ciclica, la quale, precludendo la via aicl ogm sviluppo di pura forma (Bach), obbligava la musica a seguire un pro– cesso psicologico, a tradurre le vicende di un dramma (Wagner). Ma se ,consideriamo l'ispirazione dell'autore di Fervaal e la poniamo a confronto con quella di Franck, ci accorgiamo subito che tanto essa ha acquistato di chiarezza quanto ha perduto di efficacia espr,essiva: tutto che là era fervore inquieto di un'anima che pur credente ha dubbi ed esitazioni, di un'anima che aspira alla felfoità ed alla, grazia divina ma non è sciolta anc6ra dalla soggezione del senso (e forse è questo ten-. dere angoscioso che dà tanto potere di commozione alla pagina fran– ckiana), in d'lndy clivien certezza e dogma. La fede è più pensata che sentita: rigore tomistico più che esaltazione francescana. Da questo mondo cattolico raziocinante si ~riginano i fantasmi dell'arte dincliana, e vanno intorno gravi e corretti ma inamabili : nessuno certo pensa al– l'arte ingenua dei primitivi frantesi, ,alPadoral)ile semplicità, alla, grazia di un Jean Mouton, di un Gilles Binchois, di un Janequin, ma se mai ai Sermoni di un Bourdaloue, alle Orazioni di uu Massillon sottratti alle influenze del « grancl siècle », più misurati e già con una punta di razio– nalismo settecentesco. In questo dima retorico avvizziscono anche i più freschi e vivaci fiori di campo: che n'è rimasto del profumo originale nelle trasposizioni che il d'Indy ha fatto di temi. popolari in alcuna delle sue opere, dalla Symphonie siir un ohant montagnard français o Sym– phonie oevénole a ,certi pedagogici Chants du Terroir per. pianoforte a quattro mani, scritti di recente? Costretti nel giro cli un'armonia senza imprevisti, sembran disseccati ed appiattiti fra le pagine di un dizio~ nario cli belle maniere, una specie di Galateo per cerimonie ufficiali. E noli è a dire- che il cl'Incly non sapesse apprezzare la bellezza del foZkZore · musicale della sua terra, come provano le cur,e ch'egli dette affettuose ~t raccog·liere canzoni popolari del natio Vivarese; ma forse· le amava più da naturalista che da poeta. Quanto al gregoriano, che fu uno degli ele– menti essenziali dell'insegnamento della « 1 Schola ii, la conos•cenza che il c1:Indy n'ebbe certo approfondita•, è ben lungi dall'aver dato i frutti '>UC– cosi ch'era lecito attendersi quando si ripensi a ciò che venne fuori dal- , l'incontro del canto fermo con la sensibilità debussiana. In Vincent d'Indy l'educatore e l'a,postolo soffoca,rono l'artista: le sue ,alte qualità intellettuali e morali non ebbero il potere né pÒtevano, averlo, di suscitare un altrettanto alto fervore creativo. Chi ,consideri oggi senza preconcetti la sua imponente produzione prova ·senza dubbio un senso di profondo rispetto per questo lavoratore infaticabile che di- .nanzi all'arte si pose sempre in attitudine di umiltà (,servire, diceva è la missione dell'artista, nel senso che Wagner dà alla parola dienen ~essa in bocca a Ku.ndry pentita nel terzo atto del Parsifal) e contro i m~rca nti - i ciarlatani, gli ipocriti scagliò senza, tregua. l'anàtema, talora e.on un~. violenza che sarà stata magari cattolica ma di· certo non era cri.s,ti ana. ~a allo s~e~so tempo non può non trovarsi deluso e .smarrito in questo, chffuso grigiore attraverso al quale saetta raramente un raggio di sole : BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy