Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

88 A. Sorbelli - I corrispondenti del Oarditeoi duoci i Maestri, i colleghi e gli .scolari; le tre classi di persone che co- .stituiscono la scuola, la quale fu per lui caposaldo della vit~. . Dei maestri è innanzi tutto. da rico~dare il padre scoloprn Ger,em1a Barsottini che fu il primo a rieonosoere l'ingegno del Carducci, Fra,n– cesco Donati detto poi Cecco frate, Giovanni Rosini e Michele Ferrucci a, Pisa. Pietro Thouar in F'irenze fu per il Carducci più che maestro un fratello maggiore affettuosissimo. Tutti o quasi tutti i colleghi bolognesi ebbero per il Carducci affetto e rispetto, anche quando ilei primi anni poteva parere pericoloso, a, qual– che timido, essere a. lui legato di amiciziai. Ma tra coloro che gli furono più vicini dei suoi colleghi, - e taluni, pur essendo di parte avversa, gli professarono sempre affettuoso attaccamento, - son da ricordare Cesare Albicini per più anni rettore dell'Università, Emilio Teza che poi passò a Padova, Giovan Battista Gandino il grande latinista, Giovanni Capel– lini, l'archeologo Francesco Rocc.4i, Edoardo Brizio che al Rocchi suc– oesse, e poi il Fiorentino, il Bonatelli, il Regaldi, il Bertolini, il Falletti, il Puntoni. ... E quale schiera ,di scolari valorosi e affezionati ebbe, e come ad essi si tenne legato tutta la vita ! Ne ricordo qualcuno solo: l' Agnelli cli Ferrara, l' Albertazzi, che fu poi finissimo critico e romanziere, l' Albini che successe al Gandino nella cattedra bolognese, l' Alvis.i storico. e biblioteca.rio, Camillo Antona Traversi, Adolfo Borgognoni, Ugo Brilli detto dalla. lieta brigata clei compagni l;>olognesi << Bianca Cappello», collaboratore dello stesso Car– ducci, H Casini, il Fiorini, Guido Mazzoni, il Menghini, il Pascoli, Ù Restori, Corrado Rioci, il Rogarli traduttore d_alpers.ia-no, !_l.Salveraglio, il Sanfelice, Angelo Solerti, Albino Zenatti. Ma quanti altri ! Un posto a parte ha, nell'animo del Carducci, SeveJ?ino .Ferrari, che egli amava come figlio. Infatti le lettere del Carducci a lui sono pubblicate nello stesso volume di quelle dirette ai familiari, che è veramente. il luogo loro. Ho fatto poco più di un elenco di nomi, ma non potevasi altrimenti per riuscire a dare una pallida idea della natura e dell'estensione, di que– sto carteggio. Quel che più mi duole è di non a,·er potuto né saputo trasfondere in chi mi legge quell'interessamento, quella gioia che io provai a scorrere, prima, poi a ordinare e quindi a leggere questa magnifica docU:men'ta– zione: mi pareva di rivivere giorno per giorno la vita del Grande (che fu. maestro anche mio; ed è per me indimenticabile), di accompagnarlo, rispettosamente e da lontano, nel suo, cammino, nel suo pensiero di ogni ora; di seguirlo in ogni luogo: nella officina dell'artiere nella lotta per ogni ideale, nell'auspicio per una Italia grande. ' Se tali e tanti furono i corrispondenti del Carducci, facilmente_ s'in– tende la importanza che avrà poi l'epistolario di lui. Ma questa dell'epi– stolario carducciano che oggi tanti, e giustamente, invocano, è più difficile· e più grosso argomento che tratteremo un'altra volta. ALBANO SORBÈLLI. BibliotecaGino Bianco

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