Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

I corrispondenti del Carducci - 87 ma di cui il Carducci si ricordò sempre sino a poco prima di morire; Enrico Nencioni, dolcissimo e carissimo, uno dei primi con i quali, anche per rapporti di famiglia, si ponesse in relazione il Carducci; Giovanni Enrico Anzilotti, un pezzo grosso dell'Accademia dei Filomusi; Otta– viano Targioni Tozzetti, di cui in questa rivista si è recentemente occu– pato il Pescetti ; l'umanitario Giuseppe Barellai; il pistoiese Giovanni Procacci; Francesco Buonamici di Pisa; giurista e bibliomane; l'erudito Francesco Corazzini; Felice Tribolati, che compose perfino un tratta– tello di araldica; Narciso Pelosini, grandè avvocato e letterato valente, nonostante spiacesse al Carducci e agli amici quel suo certo tono di sussiego; il Puccianti, il Prezzolini e altri. Con tutti gli amici toscani la corrispondenza durò per lungo tempo, ma la più intensa e più attiva, che, nata nel 1855 arrivò sino alla vigilia della morte del Carducci, fu quella di Giuseppe. Chiarini, che gli fu amico fedele e caro e stimato sopra tutti gli altri, e anche non poche volte consigliere. . Numerosi anche i suoi amici di Bologna, della Romagna, di Roma. Gli amici politici bolognesi, o facenti capo a Bologna anche se romagnoli, furono quelli connessi alla « Lega della democrazia » o al giornale Il Popolo o al Don Chisciotte, ai quali giornali non di rado collaborò lo stesso Carducci, nelle maggiori bàttaglie. Fra esse è da mettere quella contro il barone Franco Mistrali, uomo d'ingegno e storico non privo di valore, ma trascinato in loschi affari, alla caduta del quale diede il colpo di grazia Il Matto, un curiosissimo giornaletto a cui collaborarono il Guerrini, ed altri. Nobilissima e memorabile fu la, dimostrazione in favore ,di Guglielmo Oberdan; e in quell'occasione il Carducci si buscò anche un processo· dal pauroso governo italiano. In quegli anni di combattività, e di passione per il risveglio dell'idea patriottica tendente ad una migliore affermazione dell'Italia in Europa e della parte che deve avere il popolo nella compagine della nazione, il Carducci fu strettamente legato a Raffaele Belluzzi che fu poi per hm– ghi anni direttore del Museo del Risorgimento, a Giuseppe Barbanti Ero– dano, animosissimo polemista, a Olindo Guerrini che per qualche tempo divise col Carducci gli onori poetici; a Luigi Lodi che va rievocando ora, con gran godimento nostro, la vita e i ricordi di quegli anni; all'avvocato Resta, all'avvocato Pais, a Saverio Regoli, ad Aristide Venturini oratore e avvocato famoso; ad Alessandro Albicini, ad Amilcare Zamorani diret– tore del Resto del Carlino, a Gino Rocchi, ad Alfonso Rubbiani che racchiudeva in sé lo spirito, l'arte, la tradizione sentimentale di Bologna. Altri amici del resto d'Italia, con i quali il Carducci si trovò spesso in rapporto, furono il patriotta cesenate Eugenio Valzania, Ca,rlo Romussi il celebre polemista milanese, il colonnello Francesco ,Sclavo che per Carducd aveva un'adorazione, Edoardo Scarfoglio, Achille Bizzoni, Ernesto Nathan, Luigi Rava, tutti giornalisti, scrittori politici, o pole– misti del tempo. Nel campo più tranquillo delle lettere, ricordo, subito dopo il Chiarini, il dottor Luigi Billi e Guido Biagi di Firenze, il Ca– nello, l'Amico e il dottor Bacchi della Lega che da commerciante in canapa era divenuto sottobibliotecario, bibliografo, purista, e da ultimo segretario affezionato del Carducci e da lui molto amato. Un posto assai elevato, e quasi a parte, ebbero nell'animo del Car- BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy