Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

Elefanti e altre bestie 675 Cosicché rivolgo nella mente gli ammaestramenti di Gindo, e preparo il mio piano tattico: un grosso albero c'è, quindi le spalle e i fianchi sono in qualche modo fortificati. Vediamo di fronte. Il cuore mi salta : un garrire di frasche alla mia destra, un fremito intermittente della boscaglia, e pare che là donde proviene il fremito della boscaglia il fuoco divori la massa della vegetazione, tanto i rami scricchiolano e le foglie crepitano. I bufali ? Siamo protesi, coi fucili puntati, e il cuore scampana dentro come se aspettasse lo scoppio d'una granata che ronfi in aria, in viaggio verso la nostra testa. Gindo si è fatto alcuni passi più in là : in agguato, tutto attenzione fucile e denti. - Elefante !. .. Due elefanti ! Dio, che affare! L'elefante, e non uno ma due! Provo un or– gasmo, una tensione indicibile. E si lascia a me l'onore di sparare per il primo. Grazie. Eccoli, gli elefanti: li intravedo anch'io. Avanzano lenti, pos– senti, l'uno dietro l'altro, manovrando il tubo della proboscide a cogliere foglie e rametti: due grigi formidabili carri armati d'as– salto. - Mirare alla radice della proboscide .... o all'occhio! Vedo la proboscide, vedo l'occhio del primo elefante; ma questo benedetto fucile che noh vuole star fermo !... Il negro che porta il fanale, accosciato ai miei piedi, sotto la protezione del mio fucile spianato, mormora con faccia incantata : - Atigrì) elefante ! · E io mi sento addosso lo sguardo bruciato, perforante di Gindo : spari, sì o no ? Ora sono vicini: ora sparo. Uno squasso nella boscaglia, un fragore di valanga che precipita, uno scrosciare di rami schiantati, macinati, uno sfacelo tumultuoso di rami e di arbusti, e una visione balenante, fugace di verde e di grigio: di verde che crolla e di grigio che scappa. Fuggiti. Perduti. Sparo per dare sfogo al dispetto, e al colpo fa eco un barrito lontano. Non so che cosa sia successo: nessuno ha fiatato, nessuno si è mosso, ed eravamo a ridosso dei tronchi, invisibili agli elefanti. Ma loro banno visto lo stesso. La nera pelle di Gindo è diventata bruna e giallastra : la rabbia lo ha conciato come una foglia di tabacco. Se prima che gli elefanti comparissero, uno mi avesse detto: « Ora verranno gli elefanti», una istintiva voce dal profondo di me avrebbe risposto: « Sarebbe meglio che rimandassero la visita a domani>> ; ma adesso che gli elefanti sono scappati, mi pare che andrei a caccia di elefanti come a caccia di passerotti. Ohe ci vuole ? Intanto si è sicuri che son loro i primi a scappare. Ritorniamo, andiamo verso il fiume. Aria di cani bastonati. Il ibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy