Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

742 1B. CROCE, Alessandro Manzoni l'ltaiia del 30 aprile, del 2 e èlel 6 maggio dell'altr'anno) sì sforzò di con– futare punto per punto le argomentitzioni del Croce. Poi il Calcaterra (nell' Jtal'ia letteraria del 25 maggio) volle difendere, contro il critico, niente meno che la morale o.ristiana in sé, la quale quella volta, almeno a parer mio, non era ip. causa. Ultimo, e meglio degli altri forse, il Fossi nella Cultura, IX, 5), polemizzando con il Croce, tentò di metter in luce i motivi più vivi ed originali .delle Osserva.zion-i man,ioniane. Tutti e tre gli articolisti avvertivano, nello scritto crociano, un'originaria ispira– zione polemica, ma non ne intendevano la ragione vera e lim.itata e la confondevano senz'altro con un'attitudine genericamente anticattolica, la quale sarebbe stata in questo caso, davv:ero inutile ed inopportuna. Quale sia invece il reale motivo polemico che corre attraver-so le pa,gine della « memoria)), oggetto di tante discussioni, si può meglio avvertire rileggendola ora nel volume dove il Croce raccoglie, insieme con essa, alcuni altri scritti d'argomento manzoniano già sparsaimente · pubblicati è tutti ispirati ad una visione organica e coerente della perso– nalità dello scrittore lombardo. (~uesto motivo polemico coincide con il bisogno, naturalissimo nella mente limpida e chiarificatrice del Croce, di distinguere, contro i manzoniani, la sostanza viva e mirabile, che. è della poesia e dell'eloquenza del Manzoni, dalla parte più caduca e meno univer,sale del suo pensiero. A questo scopo tendono non pur le pagine di ieri sulla Morale Oattolfoa, ma, anche le altre meno recenti sul Manzoni storiografo, volte a dimostrare come in lui l'interesse morale soverchiò e ,sviò il giudizio veramente storico, è quelle sul Manzoni teorico della lingua, che additano l'errore intellettualistico implicito in que-lla sua teoria. Vero è poi che della formula ma,nzoniana sulla lingua, il Croce riconosce l'opportunità e l'utilità sul terreno pratico, e nelle opere sto– riche del Manzoni afferma la validità dell'esigenza profonda che le ha ispirate : « di garantire cioè la responsabilità umana e di ben ribadire il principio cr:i>stiano(e profondamente speculativo) dell'origine passionale ossia pratica dell'errore)). Le sparse conclusioni dei saggi singoli si pos,son dunque ricondurre tutte a quel bisogno cli chia,rezza e di distin– zione che fa tutt'uno con l'indole stess,a del Croce: con il quaJ.e anche si spiegano agevolmente altre parti del lihro, e soprattutto l'osservazione più volte ripetuta è notevolissima sul diverso atteggiamento poetico del M,anzoni che, nelle tragedie e in alcune liriche, è sentimento tiella storia nelle sue forze prepotenti in contrasto con le umane aspirazioni e, nel romanzo, è giudizio morale, che attenua le passioni e riduce la storia a materia di satira e d'ironia. Viste in questa luce, anche le pagine sulla Morale Cattolica rivelano la loro più vera natura; e l'intenzione polemica che le muove appare meglio giustificata. Contro i manzoniani che esaltano la novità. e l'im– portanza filosofi.ca dell!;l Osservazioni, il Croce mette in rilievo ancòra una volta il carattere analitico e non sintetico della logica del Manzoni e l'intellettualisfno che gli derivava da,Jla duplice educazione illumini– stica e cattolica, e osserva che la, sua filosofia era ben lungi dall'ade– guarsi al grado a cui la speculazione europea era pervenuta già nel tempo suo. Né, in sede dì pura filosofia, mi par possibile negare la verità , BibliotecaGino Bianco

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