Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

PEL TEATRO LIRIOO. L'uno dopo l'altro i concorsi per le opere liriche cadono nel vuoto : le commissioni partite con entusiasmo alla ricerca del capo– lavoro rientrano.sfiduciate e stanche portando con loro, magrissima caccia, uno sparuto gruppetto di nomi da ~egnalare all'ammirazione del pubblico : i nomi delle speranze della scena lirica, i nomi di coloro che, sì, buone intenzioni hanno dimostrato di averle, ed anche una buona conoscenza della musica, ed anche, perché no?, un certo senso del teatro, ma che malgrado tutte queste belle cose mancando di sincerità, di genialità, di caratteré, non hanno potuto raggiun– gere l'ambìto premio. I nomi restano confinati nel limbo e il pub– blico che di novità non vuol sentir parlare tira un sospiro di sol– lievo; l'anno prossimo sarà come quest'anno e così via di seguito, con il conseguente consolidamento di quel circolo vizioso che mi– naccfa di soffocare il teatro lirico. Perché si ha un bel parlare di crisi del teatro lirico, lamentarsi della mancanza, di cantanti, inYocare sussidi e prebende : il teatro lirico ha bisogno di ossigeno e l'ossigeno non potrà consistere che nella produzione nuova: una produzione davvero contemporanea nella quale il pubblico veda riflessa, la vita di oggi e il carattere di oggi, una produzione contro la quale detto pubblico farà il viso dell'arme da prima, ma che alla fine, siccome musicisti d'ingegno ce n.:.èanche oggi, finirà con l'imporsi. Oggi le cose stanno a questo punto: le novità, diciamo così, commerciali non interessano nessuno. Né d'altra parte i concorsi, dato il predominio nelle commissioni giudicatrici di quegli elementi che vogliono il melodramma avviato sopra i binari del convenzio– nalismo, permetteranno mai all'opera davvero nuova e davvero caratteristica di apparire nella sua realizzazione scenica. D'altro canto le nuove forme dello spettacolo, primo fra tutti il cinema– tocrrafo e i mezzi di rìproduzione meccanica, prima fra tutti la b ' radio che sta abituando il pubblico ad ascoltare l'opera anziché ad assistere allo spettacolo, inducono coloro che amano fare profes– sione di profeti a dichia,rare che il melodramma è ormai un genere ·d'arte superato che più non lega con i nostri tempi, che male si inquadra nella nostra epoca dominata da quel terribile spauracchio 20. - NgMO. BibliotecaGino Bianco

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