Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

IL FESTIVAL MUSIOALE DI OXFORD. A Londra, nel gennaio 1923, alcune egregie persone ben addentro al movimento musicale, mi dichiaravano senza, esitazione di non ritenere « moderna» la Sonata in la per vioUno di Ildebrando Pìzzetti : era suffi– ciente allora una dichiarazione di questo genere per escludere senz'altro l'oper~ e l'~ti<sta dai programmi delle «feste» di cui proprio in quel– l'anno s'iniziava la serie, auspice la « Società Internazionale per la Mu. sica Contemporan~ » (S. I. M. C.). Da allora le cose son mutate a,s,sai (cominciarono anzi a mutare subito dopo), ma ciò non toglie che _per molti anni ebbe larga diffusione e influenza, lo pseudo·-concetto della mu-. sica moderna, cioè di una musica che, almeno nc,ne !intenzioni e nei pro– grammi, fosse espres,si.one adeguata dei nuovi tèmpi e delle nuove sen– sibilità. Nessuno però avrebbe potuto indicarne le caratteristiche, i li– neamenti positivi, e forse su questa inafferrabilità e impreéisione di con– torni si costruiva rapidamente la fortuna, della parola. Indubbiamente, occorre aggiungere, una certa rispondenza, fra la tendenza, di quell'arte e lo stato ù'animo generale, era evidente: le teorie più strame, le estetiche più bizzarre, trovavano il terreno propizio nel periodo torbido e inquieto, che seguiva allo squasso prodotto dalla guerra: nel quale tutti i valori e tutti i problemi eran rimessi in discussione, con la voluttà di distrug– gere i legami con quel passato che pur già lontano ,continuava a premere sul presente e ad impedire la libera totale visione dell'avvenire. Moderno . era dunque tutto che fosse « problematico ii (alla tedesca), eh~ abbiso– gnasse di una chiave per la comprensione, che interessasse specialmente l'intelligenza e l'attività logica dello spirito, ~ soprattutto che fosse di– retto « contro ii qualche cosa: l'unico :modo di senti:r;si vivi, almeno in musica, pareva allora quello 1 di dichiarar morti tutti gli altri, defìn:itiva– mente mo-rti e .sepolti. Al contrario quei musicisti, - e per fortuna ve n'erano amche in quei giorni, - che tendevano a stabilizzare le conquiste ch'essi pure, senza gridarlo ai quattro venti, avevan fatto, ed a, éostruire S'll di un terreno sicuro, ad affermare realtà edi esigenze precise dell'arte . . ' senza opporsi a n:ulla ed a, nessuno, non r1entra,vano nei quadri del movi- mento e nel campo visivo degli osservatoM, posti un po' dappertutto nel– l'Europa ma specialmente in quella di mezzo. La S. I. M. C. fu specchio fedele di questa situazione. La sua orga- - nizzazione le permise di seguire dappresso il movimento, con una sensi– bilità e rapidità che nessnn 'altra, fra le istituzioni musicali esistenti BibliotecaGino Bi9 nco

RkJQdWJsaXNoZXIy