Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

.Settimanali 339 mente accadute appaiano spesso accailto alle opere d'immaginazione. Sono ·come quelle pietre alte e fonde che gli antichi muravano dentro gli angoli delle case di mattoni. o di sa-ssi, perché la fabbri<:a duraisse. Adesso vorrei che Tumiati oi narrasse con la ,sua c001Cisasemplicità i suoi c.aisi di guerra, di medico in guerra, ad esempio quella tragica notte sul Piave a Ca' Gamòa nel 1918, due giorni prima della vittoria. Qualche .soldato ha scritto i suoi casi in quelli anni. Medici, che io sa,p– pia, nessuno. Gino Rocca, Salisburgo e noi. 30 agosto. Caro Rooca, vedo sul Popolo d'Italia la vostra lettera da Salisburgo e la ghirlanda d'interrogativi con cui la incoronate. •Scrittore di teatro meritamente -fortunato e, per giunta, uomo di buon gusto e di fede, pronto cioè a confrontare, a ciò che gli altri fanno con fortuna, ciò che si fa o si potrebbe fare in Italia, voi con ognuna, di quelle do– mande colpite giusto. Un anno fa, dopo il Festival music.aJ.e di Venezia, io stesso le proponevo tali e quali qui in Pègaso. Le cose sono rimaste al punto di prima. Otterrete voi più pratici consen!')i? Ve l'auguro e me l'auguro, ma, ne dubito. Oggi le difficoltà economiche aiutano infatti troppi pigri e troppi scet– tici a non far niente, col _minaccioso pretesto che non abbiamo denari. Oosd.non si fa nemmeno quello che costerebbe soltanto uno sforzo della · volontà e (sforzo un poco più difficile) dell'intelligenza. Veduto e lo– dato quello che Max Reinhardt riesce a fare ogni estate a, Salisburgo, voi vi chiedete : « Se noj. avessimo questi mezzi, .sapremmo fare altret– tanto.? Non sarebbe possibile dedicare in Italia tutto un mese al tea– tro? Ricol'davo la Figlia di Jo,rio al VittoriaJ.e, la Bohéme a Torre del Lago, la Tan.cia a, Fiesole (grazie, caro Rocca, del ricordo), l'Aida alle Roncole. Mancano in noi forse la :eosta,nza e l'abilità di far si che il successo cllllIIloroso di un giorno non se lo inghiottano le tenebre della notte seguente?». Prima di tutto, a, mio avviso, ci manca l'unità del comando. A .Sali– sburgo comanda Reinha,rdt. A l<'irenze o a Venezia che valgono diooi Sa– lisburgo, chi comanda? E se uno in questè feste di teatro e di musica comandasse e gli fosse dato di creare una settimana o un mese di con– certi e di rappresentazioni al chiuso e all'aperto, in teatro e in chiesa, si troverebbe allJCheehi escludesse per quel tempo la disordinata concorrenza d'altre città maggiori e minori, e chi concentrasse su quel mese una teim– pestiva e vasta pubblicità da diffondere in, ~talia e all'estero? Metto prima l'Italia perché buon,i spettacoli, preparati :eon ricchezza e origina– lità raocoglierebbero anche un grande pubblico d'Italiani. Ìo non, ho, in fatto di teatro, la pratica che voi avete. Ma, credetemi, il primo ostacolo da superare ,è questo. UGo OJETTr. ioteca Gi_noBianco

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