Pègaso - anno III - n. 9 - settembre 1931

Il festival musicale di Oxford 341 avrebbe mai potuto avere: aJ. mobilismo estremo delle tendenoo odfl'i l'ubi consistam provvisorio delle sue mostre a,nnuali: i più singolari -prodotti dei diversi laboratori vennero quivi esposti, saggiati e confrontati, fuoTi del chiuso ambiente artificiale in cui eran nati: e da questa esperienza alcuni usciva,n rafforzati, altri indeboliti; i più, assottigliati o dilstrutti. Atonali,smo, politona.lisimo, musica per quarti di tOIIl.O', teoria del Klang– farbe, ritorno a Bach, espressionismo,, N eue SachUchkeit, furono espres– sioni famigliari ai frequentatori di qùesti annuali raduni (e non c'è di peggio che l'uso volgare per logorarle e per stravolgeme il senso); oggi che di queste cose quasi più non si sente a parlare, le. « feste» hanno assunto un'altra, qsonomia·assai più consòlante anche se i capolavori non spesseggiano, com'è loro co,stume, e vi rimane sempre una discreta per– centuale di merce scadente. Da Siena (1928) a Oxford (1931), il passo è notevole ver,so la ricostruzione: ad uno sta,to di pas,sione febbrile su– bentra una più calma considerazione di uomini e di cose : 10' Sturrn-und– Dra;ng musicale del ventesimo secolo non avrebbe potuto prolungare oltre la sua funzione, senza diminuire o comprometterne addirittura i frutti benefici; e il criterio di scelta dei programmi sembra orientato verso - quello che soìo è legittimo, cioè la valutazione dell'opera d'arte per se stessa e non in ra,pp01·to a qualsivoglia movimento o tendenza. A Oxford ed a, Londra, dove negli ultimi di luglio ebbe luogo la nona « festa» della S. I. M. C., la, tendenza che possiamo chiamare di conso– lidamento è stata rappresentata soprattutto dalle musfohe dell'occidente europeo: Italia, Spagna, Francia e Gran Bretagna, si son ritrovate as– sieme anc6ra lllWi volta, con la, cooperazione dell'America, per opporSJi· vittoriosamente alla predominanza delle idee e delle ideologie dt prove– nienzà orientale. È importante notare, a questo proposito, come il mag– gior contributo di vivacità e d'interesse alle manifestazioni della Società sta stato dato, per il passato, dai musicisti di quelle nazioni che ci siamo abituati a considerare come la catena, da nord a sud, che separa il mondo occidentale da quello dell'oriente: Russia, Polonia-, Cecoslovaochia, Ju– goslavia, Ungheria, polarizzate attorno ai paesi di lingua tedesca. Idea.ta a Salisburgo, la Società fu fondata a- Londra ed ebbe quivi anzi la sede ufficiale: ma il suo centro di gravità, oscillò sempre fra Vienna e Berlino, e le riunioni annuali non si disco,starono mai troppo (ammettiamo anche per ragioni pratiche) dal meridiano, dell'Europa centrale: da Salisburgo a Zurigo, da Praga a Siena, da Venezia a Francoforte. La puntata verso l'ovest, a Liegi lò scorso anno, ora in Inghilterra, non par casuale se si · tien .conto dei risultati concreti sul piano artistico. U'è un punto comune fra opere come la Sinfonietta, di Halffter e la llapsodia di Virgilip Mortari, il Salmo di Roùssel e il BenedJicite di Vau– ghan-WiJliams; ed è la ferma volontà che ciascuna di esse dimostra di rmevo, di corposità e di architettura, 1 di tutte cose che sembravano sino a poco fa. pregiudizi da superarsi: la scelta dei materiali, l'accorta col– locazione e coloritura di essi hanno grandissima- importanza, 1na le esi– genze dell'insieme architettonico s'impongono ora con una, forza, sover- cltiante, il disegno totale dell'opera s'impianta sin dalle prime misure e l'economia degli sviluppi e degli episodi n'è tutta improntata. L'archi-

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