Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

216 U. OJetti dle d'essere davvero un artista o uno scrittore. Due ritratti della stessa ' . persona dipinti da due artisti diversi sono due persone diverse. Ma 1 ritratti di due diverse persone dipinti dallo stesso pittore, se è un gran pittore, un poco s'assomigliano. È il pittore, insomma, quello che conta e che dura. . .Scrivo queste righe in una città della Svizzera, dopo averla percorsa per tutt'un giorno, da un estremo all'altro, sul punto di scegliere e di raccogliere onestamente le mie note. È un modo per scoraggiare me stes-so. Pei morti tedeschi. 12 luglio. In questi giorni tenebrosi pei 'l'edeschi ho trovato un luogo di Berlino dove il cuore davvero si stringe, tanto il peso della sconfitta vi appare tetro e mortale. È il monumento che nel giugno scorso hanno dedi-cato ai loro morti in guerra. A Monaco davanti al MuÉ'eo delLe Armi ne hanno composto uno nuovo, all'aria aperta, cubico e so– lenne e vi hanno inciso su « Risorgeremo ». Qui, nemmeno questa parola di speranza lontana. Han.no scelto in fondo all'Unter den Linden un piccolo ma perfetto edificio di stile dorico che F,ederico Schinkel, il crea– tore della Berlino risorta dopo la tragedia napoleonica, aveva eretto net 1816 per la Guardia del Re. Nella, quadrata aula oentrale tutta òi bruna pietra hanno murato ogni porta, salvo quella d'ingresso che dà sul pronao di dieci colonne; nel centro della volta hanno ap,erto un rotondo occhio sul cielo; sotto, nel mezzo del nudo pavimento, hanno piantato un gran dado di marmo nero lucido e sul ,dado hanno posato una tozza corona di quercia e di lauro, in ·oro, argento e platino. Davanti, per terra, una targa nera: 1914.-1918. E niente altro. Che potevano ag·– giungere? Niente altro che tre e tre ghirlande di ra,mi d'abete, appese sulle pareti di pietra. ta folla entra col cappello in mano, guarda, medita a testa bassa, esce, tanto stordita da:1 ricordo di ieri e dall'ansia· pel domani che taluni restano per un attimo sulla soglia tra le colonne, tra– sognati, prima di risolversi a riprendere la, strada per le loro fac;cende, per tornare a far capannello davanti aUe banche chiuse. Qualche donna depone un fiore, un mazzetto di fiori, coi gambi avvolti" in un lembo di giornale; poveri omaggi, di pochi soldi, che più .spiccano nella maestosa nudità del sacello. Ad alzar. gli occhi, vedo passare nel tondo di cielo le nuvole sul fioco azzurro di questo luglio autunnalè. È come un occhio che batta, velato di lagrime. Qui dentro .stava una volta la guardia dell'impèratore, sempre · in armi, elmo in capo, daga al fianco .. Ancora, da fuori, sul fregio s'alli– neano in altorilievo sei vittorie ala,te, di pietra annerita, dentro l'ombra del -cornicione che 1:eggeil timpàno. Le distingui appena. Mi passa nel cuore in un baleno la visione candida della Roma nostra ritta sopra la tomba del milite ignoto, all'aria aperta, nel pieno sole, sul fianco del Campidoglio. E vorrei che tanti giovani nostri potessero , vedere anche questa tomba e, per più amare quella, paragonare. Odiare è troppo facile. Oggi, per sa,lvare l'Europa, bisogna cercar di capire, che è più difficile. BibliotecaGino Bianco

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