Pègaso - anno III - n. 8 - agosto 1931

S,ttimanali 217 Lauri Volpi e il « Teatro alla moda>>. 19 luglio. Il gran tenore e grande ufficiale Giacomo Lauri Vo1pi non saprà mai la gioia che m'ha data col testo dei suoi contratti pubblicato ades-so dal Cons.orzio dell'Opera lirica,. E che io a.ccetto o almeno m'as– sapo-ro o gni p iù stramba moda o novità a patto ~he non mi si venga a narrare c.he, col mutarsi delle mode sempre più rapido, si muta anche l'uomo. L'uomo 11esta, sempre quello, diviso aJl'ingrosso in quei tanti tipi, umori e caratteri che i moralisti e i commediografi, quando si provavano a delineare caratteri, hanno descritto da Teofrasto in qtia; il resto è un giòco di luci. Né unisco a caso filosofi moralisti e sicrittori di commedie perché Teofrasto, erede in filosofia d'Aristotele, se ricordo bene quanto 1p.'insegnarono a scuola, fu il maestro del· commediografo Menandro. Ma essendo oggi proibito di contaminare l'arte e la stessa critica con la. morale e, da questo divieto venendo all'a,rte i belli effetti che tutti vedono, non è prudente indugiarsi in siffatti discorsi. , Meglio è tornare a Lauri Volpi.- L'arte ,sua e la ,sua voce qui son.o fuori di discussione, che il Signore gliele conservi .fino all'estremo ane– lito, così da far la gioia anche del buon sacerdote che tra cent'anni gli somministrerà l'olio ,santo e l'udrà gratuitamente modular,e il Deo gra tias. L'importante è il suo contratto: « Venticinquemila lire a recita_ Annuncio di ogni recita su grandi manifesti in ogni parte della città cmi la seguente dicitura. cubitale: I~ita straordinaria del Gr. Uff. L. V. Comunieati alla stampa per ogni recita, che mettano in grande rilievo la ca,pacitA. di lui, oggi unica nel mondo lirico, d'affrontare con uguaJe suocesso tutti i generi, dassificandolo il tenore più completo del teatro internazionale». E via dicendo, sullo stesso tono. Non vorrei recar di– spiacere agli egregi uomini che dirigono il detto Consorzio; ma a vederli nel 1931 tanto scandolezzati per questa pretesa da crederla inaudita, si può dubitare ch'essi abbiano mai letto, di Benedetto Marcello, il Tea.tro · a.lla. Moda nel 1720. Al capitolo sui Musici vi si legge: « Dovrà il vir– tuoso fare con l'impresa.rio scrittura d'un terzo di più dell'onòrario già convenuto, a titolo di riputazione .... Starà sempre col cappello in testa, anéorché qu.:'l-khe personaggio di qualità seco parlasse, a .motivo di non raffreddarsi; e salutando alcuno non abbasserà/ mai il capo, ri– flettendo ch'egli r31ppresenta Principi, Re, Imperatori ooc. ». E continua per più pagine. M'hanno raoconta,to, ma de-v'essere una favola, che una sera nel Trova.tare Lauri Volpi, lanciato il famoso do di petto, misura dell'arti– glieria d'ogni tenore, tornando in camerino annunciasse felice agli am– miratori estasiati: - Ho fatto un do ch'era quasi un do diesis. - In Benedetto Marcello c'è, presso a poco, anche questo: « Il virtuoso potrà cambiare tutta l'aria a suo modo e, quantunque il cambiamento non abbia punto che fare col basso e con li violini e convenga alterare il tempo, ciò non importa, perché già il compositor della musica è rasse– gnato ii. 1720, 1931: tale e quale. Manca soltanto un Benedetto Ma:rcello. :&otabene. Se tra i dirigentì il Consorzio dell'Opera lirica, fosse qual– che impresario e tentato da questo ,mio commento, andasse ad aprire l'aureo libretto e' al capitolo sugl'Impresari leggesse: «.Non dovrà l'im- ibliotecaGino Bianco

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