Pègaso - anno III - n. 7 - luglio 1931

( 50 U. Betti gari mentre si tenevano abbracciati al buio, non abbiano fatto altro ; che spiarsi come nemici mortali, sicché niente è sfuggito, a nes– suno dei d~e, nessuna piaga segreta, nessuna miseri~. Lungo le notti d'insonnia nelle stanzette afose, ognuno di essi deve aver pensato dell'alt;o sentendone il respiro rantoloso, cose orribili, ' . . sudicie. Ora tutto rigurgita; par quasi che si frustmo con cenci sanguinosi. Un ragazzotto salito anche lui, tenta di far bocca da ridere; ma le donne, unte di cucina, già :floscie, ascoltano a testa bassa, un po' pallide; esse lo_sanno quel che vuol dire la vita in– sieme per tanti anni, moglie e marito; la vita povera. La vita; tutti e due la reclamano disperati, la loro vita; la loro vita rovinata, finita. E pensare che la lite, dice una vicina, è ve– nuta da questo : che lui, rientrando a casa, ha sentito che ci sapeva di cavoli. Allora ha detto, d'un tratto, asciugandosi il sudore, che non si poteva continuare così, no, non si poteva .... Ed ora, ecco, si odiano, vorrebbero mettersi le mani addosso,, sbra– narsi. Ecco, ecco, anc6ra,, quell'interrompersi delle voci, quel– l'ansare, quello scalpiccìo, tra un ~umore sordo di mobili ur– tati; ecco anc6ra quel grido della blmbina: - No, papà! No, pa,pà ! - E poi di nuovo l'urlo della donna, frenetico: - Vi- gliacco! Vigliacco! · - -Ma si può continuare ? - domanda l'uomo che è balzato fuori, ai casigliani immobili. - -Ma si può continuare ? - ripete come ossessionato. - Questo, .questo voglio sapere: si può conti– nuare così ? Non è meglio farla finita, buttarsi giù di li ? - L11 bambina col volto inondato di lacrime gli stringe le ginocchia, gÌi bacia. la mano, dicendogli: - Papà mio! Papà mio, ti voglio tanto bene! · - Nulla_, non è nulla, -:'- dice l'uomo rauco, respingendola. Sembra che non possa respirare, gli si solleva il petto con un affanno da malato, come se patisse di cuore; ha gli occhi gonfi, le vene gonfie, e tuttavia è pallido pallido, con un che di sofferente. Gli dànno specialmente fastidio i capelli, che gli cascan su gli occhi, e il sudore implacabile, che gli viene giù proprio a gocce. Dall'uscio aperto <;I.ellacamera si vedono le lenzuola giallognole del gran letto di ferro, avvallato, dove quei due per tante notti si sono abbracciati, dove hanno smaniato di febbre,- dove la donna ha partorito. ~ Nulla, nulla, non è nulla, - ripete l'uomo con una specie di cantilena,' andando su. e giù, per la cucina, come per poter ri– prendere il respiro. ,Si è ferito una mano con un coccio di piatto. - Nulla, nulla: è una cosa che si sa. :È una prostituta. :m così. - Guardate! Guardaite ! - balbetta intanto la donna scarmi- gliata,, affacciandosi sull'uscio, e poi ritraendosi, con un movi– mento di altalena, che ha qualche cosa di bestiale. Dalla camice'tta BibliotecaGino Bianco I I (

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