Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

Il muratore stanco 283 vi1ncere l'illusione conturbante di quel ravvicinamento, poi si mise a staccar dalla pila smantellata i mattoni pericolanti fino a ritrovare la muratura intatta e sana. Il ragazzo venne coo uin bussolotto pieno d'acqua e ,preparò la calce sull'asse. Il padre gli volse il viso sorridente : - Non ho bisogno di te, ora. Perché non scendi a vedere il giardino ? Ci sono i cigni nel lago. Vai, che l'occasione non torna. Sta' attento al cane e 1110n toccar nulla. Il ragazzo parti per quella comandata avventura, UJll po' esitante, com.e temesse di non trovar libero passaggio, cosi ozioso. - Se incontri qualcuno, di' che sei mio :figlio, - gli gridò dietro . il muratore, che rimasto solo, s'aooorse della propria fretta di finire il Iav,oro e di scendere d'al tetto. Il cielo annunziava la- pioggia, il vento taceva a tratti oome a favo.rirla, ,ma,, c'eran sempre sugli alberi vici:ni foglie che conti!llua– vano a svolettare e a trillare tra l'altre ferme, preda di giuochi mi– steriosi e invisibtli dell'aria. Allora l'uomo levava lo sguardo a cer– carle con i!llquieta curiosità, poi sorrideva. Nei momenti di assoluto silenzio egli sentiva il proprio respiro ronfar dentro quel po' di cannoncello ch'aveva ristabilito e gli ve– niva voglia di fischiar dentro la gola nera e grassa come in un flauto sfogato aJ suono nei ca,mi!lliaperti dlelle stanze sovrapposte e dar cosi risposta a quei rumori vaghi che giungevano a lui ora come da una cena festosa, ora come da fughe e inseguimenti di gente scalza per lunghissimi corridoi. Si tratteneva; però maliziosamente picchiava forte sui mattoni ool :fi.ancosonoro della mestola .per accomodarli nella stesa di calce, e si fermava Ì!ll ascolto, deluso che né l'orgia né il baecanale fos– sero veri nella villa come avrebbe voluto. Cresciuta la pila, poteva lavorare in una posizione meno sacrificata e guardare attorno senza sforzo. Qualcuno correva nel parco inseguito dal cane che abbaiava festosamente. Ri00111obbe suo figlio; lo irntravide sulla riva del lago ammirar qualoosa che rimaneva nascosto a lui, poi lo perse dietro ai monti di fasci!lle verdi allineati su di UJll piazzale. La pila cresceva e i rumori vaghi della casa venivano su sempre più attutiti, stran– g,olati dalla materia, ,nuova e umida. La muratura andava contraen– dosi e rassodandosi: a gra,ttar con l'unghi;1 tra gl'itnterstizi di calce il muratore s'assicurava che aveva già fatto presa. - Può piovere, ora, - pensò, adattando sul comignolo il nuovo cappello di latta nera. Rialzandosi da un'incomoda posizione, te– m1ta per raecogliere gli arnesi, avverti uno sbalordimento, Ulllaleg– gera vertigi!lle. Il suo sguardo aveva percorso troppa foresta e troppo cielo in quei brevi istanti e le immagini facevamo ressa, inaooolte. Sorrise e s'a,:ffisòrnell'orizzornte Ì!ll cerca di una linea ferma. Sulle ibliotecaGino Bianco

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