Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

284 A. Loria lontane e fumose distese della foresta la pioggia era già oominciata. Scoprì allora, la sua perfetta solitudine come un pericolo. Le pietre ,nuove del comignolo, rosse vive sulla pila vecchia ingrigita, gli da– vano il senso d'aver aggirunto qualcosa di scabro e di nemico a quel tetto che fuggiva, ripido verso il cielo, e n'ebbe u,n rammarico iroso. Si mosse verso l'abbaino. Fatti due passi si fermò tremando. Uin freddo interno, u,n mancar improvviso delle forze lo buttò adl ap– poggiarsi al piovente, mentre gli arnesi gli cadeva1no d'i mano. Il martello pesam.dogli su un piede lo rassicurava, pur dura,nte quella vertigine, ,d'esser fermo ,e ancora 1iUlsolido. - Son stalllco, - pensò, - mi passerà, - e per nolll soffrire l'attrazione del vuoto, né la repugnainza del tetto liscio, si mise a guardar lorntano, più alto degli alberi. La vertigine fu così vinta, ma non tomò la fiducia: colll le palme delle ma,ni irtcollate alla sfuggente superficie d'ardesia il muratore esplorava illlbasso per ritrovare l'antica sicurezza. Vedeva a sinistra il laghett o, argenteo nel me~zo e oscuro d'acqua nera sotto le rive ombro.se . Da, un picoolo golfo nascosto uscirono i cigni. Tre, candidi e in :fila. Andavano lisci per l'acqua oscura rompendo col petto bar– riere gaUeggianti di fogli.e e parevamo aver mète lontam.issime. Com ironia egli misurò i confini del laghetto. Ogni tM1to gli uccelli apri– vano l'ali a invela,rsi come ba,rche e manovravano i oolli lrunghi per mutar direzione. Velllilero nel mezzo del lago ove si fecero grigi e quasi invisibili sotto un riflesso d'argento. Egli li dimernticò attratto da un altro spetta-colo. In un recinto del parco un puledro sciolto galoppava inquieto. S'udivano nel silenzio i colpi di zoccolo sul prato, s'udivano più vicini quando l'amimale rimaneva nascosto dagli alberi per riap– parire i,n corsa,, bruno e veloce su l'erba verde. Improvvisamente cominciò a piovere. Fu guardando il puledro che il murat,ore riuscì a tornare al oo– migmolo senza soffrir del vuoto, però ansava come sc3Jm,pato da un peri-colo. Si ricordò che poco lontamo di li, passato l'angolo, l'edificio nohile era giunto con un'ala laterale dal tetto piaino, facile a per– correre fino·a uin abbaino o a un lucernario. Acoecato dalla pioggia sferzante si buttò carponi sul cammi!Il'a• mento per strisciare entro una guida sicura. Sentiva le grondaie gorgogliare; dalla parete d'ardesia l'acqua colava a veli ora opachi, ora lucenti. Giunse cosi al tetto piano, di qualche palmo più basso del cam– minamento : vi scese e, girunto in salvo, si cacciò a riparo sotto l'orlo sporgente del tetto più alto. I cigni no,n navigavano più il lago. Stavamo accosti alla riva é BibliotecaGmo Bianco

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