Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

34-2 U. Ojetti. - Lettera a Piero Pa.rini sugli scrittori sedentari -----·------------------------- da Montherlant in Spagna a Maurois, con Disraeli e con Byron, in In– ghilterra. Solo quel poco che resta di civiltà francese nel Canada, ha dato in pochi anni un capolavoro, Mar-ie Chapdelaine di Louis Hémon, e i salvatici racconti di Constantin-Weyer. A stretto rigore, i nostri romanzieri, fossero curiosi d'altro che dei loro connazionali, anzi, i più giovani, d'altre anime fuor della loro, potrebbero anche non muoversi da casa,, tanti sono gli straniéri che dimorano o s·vernano in Italia e le straniere sposate a italiani e le ita,– liane sposate a stranieri, senza, dire delle passioni non benedette. Tutto sta ad aprir gli occhi come li ha, aperti, anzi spalanca.ti , Palazzeschi quando qui sopra ha descritto le inglesi di Fire nze. Ma qu anti sono, da Edith di Malombra fino alle beghine nella Casa del Santo Sangue di Marino Moretti, i personaggi stranieri dei romanzi italiani ? Le dita delle due mani bastano e avanzano per contarli, se non si vogliono chia– mar persone le logore macchiette o maschere dell'inglese flemmatico, dell'americana libera, del _tedesco zotico. La Nètty di Brocchi è dii pa,dre ungherese, ma è nata a Bressanone. Questa lettera non vuole -che porre una domanda a te, caro Parini, perché meglio di tutti noi, per ragioni, come si suol dire, d'ufficio e. per antore al tuo ufficio, tu -conosci e interroghi, ascolti e conforti gl'Ita– liani d'oltre confine. È il principio d'una conversazione che finiremo quando ci si ritroverà. Non credo che allora ti suggerirò di stabilire il solito pJ'emio di cinquantamila lire al miglior romanzo sugl'Italiani d'America o di Francia, d'Australia o d'Inghilterra. Siamo o non siamo dei romantici ? Oggi l'ispirazione domina, dicono, tutte le arti, meno la nuova architettura che è felice di proclamarsi razionale; e questo violentare con un tema definito e con una somma imponente il libero estro degli scrittori, dei pittori, degli scultori, suscita, almeno a parole, più proteste che a,pplausi. Ma intanto quel che importa per consolaPci è dichiarare che, senza tentar di traviare gli scrittori legati alla, loro terra e al loro ceto come la Deledda, Cicognani, Moretti, Chiesa, Cinelli, Lanza, .Saponaro, oggi di scrittori capaci di creare con verità d'affetti e con vivezza di fantasia, nel loro singolare stile, il romanzo dell'italiano in terra straniera, noi se n'avrebbe molti, tanti che, per non far malanni, te li allineo in ordine alfabetico: Alvaro, Angioletti, Aniante, Bacchelli, Borgese, Brocchi, Calzini, Oomisso, Gadda, Gotta, Loria, Martini, Moravia, Rocca, So– brero, Tecchi, Vergani. E mi perdonino se non appunto all'occhi.ello di ciascuno un aggettivo o due. Vedi tu se in mezzo ai tuoi ragaqizi, prima che partano dal mare o dal monte e dall'Italia, riesci a portare almeno uno di questi scrittori e a fa.r loro intravvedere nel boccio di quelle. anime il fiore dell'opera futura. Le parole anche amiche poco contano e la fantasia del poeta non sfavilla che all'urto con la realtà. Eppoi studiare e rappresenta-re un fan– ciullo o un adolescente è sempre per un romapziere più difficile impresa che rappresentare un .adulto o un vecchio, e Henry James, diceva d'am– mirare Conrad perché il suo metodo era di dar sempre di piglio al sog- getto dal lato più arduo. · A presto, m'auguro. Con affetto, UGU OJETTI. BibliotecaGino Bianco

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