Pègaso - anno II - n. 9 - settembre 1930

• IL POETA P ALAZZESCHI. Anche l'« impressione» di Anselmo Bucci che orna questo volume di_P?esie di Palazzeschi 1 ), tutte le poesie, rilevata da antica fotografia, mi riporta ad anni lontani. 1905-1915. La giovinezza di Palazzeschi; la sua « vita nova JJ. La vidi che ancora fioriva. Se oggi torno a incontrar Palazzeschi, quel ricordo mi si rifà vivo. Palazzeschi non ,è più quello d'allora; gli son passati sopra quindici anni. Ma qua-lcosa mi par.e in lui gelosamente custodito, e che appunto mi ripresenta, anche se velata, l'immagine d'un.tempo. Parla meno, che sempre parlò poco, ma l'occhio sì, levato sempre su la faccia levata, a colpir chi gli è davanti nel suo segreto, direi di là da le intenzioni, e senza che paia; all'erta e discreto. Lo vidi allora, o mi parve, felice. Aveva da poco pubblicato Pizzicheria, la sua ultima lirica di più respiro, e quasi la somma di tutte le destre– rie fantastiche e di forma, e con un raggio, quello, sì, nuovo, d'umano riso; e veniva componendo certe sne poesie brevi, - impressioni ferme, versi saldi e balenanti, - nelle quali pareva con estremo pudore licen– ziarsi dalla Musa. Ogni parola, forse per questo, vibrava, era calda, vio– lentemente staccata dall'intimo ; e le ritrovo così alla fine di questo vo– lume: un commiato celatamente detto, senza nessuna delle forme usuali e delle abbandonate tristezze. Di quei versi fuggitivi, oggi, pochissimi mo– strano di ricordarsi; ma v'è certa modulazione e certo rigore, e sopra tutto un incanto, che altri poi gli ha rapito. Palazzeschi, per arrivarci, vi aveva messo giusto dieci anni, quanto dura, per ognuno, la giovinezza, ed era partito da tanto lontano, con moti di orchestra, tumultuosi, dis– sonanti. Merita rifarne il corso, e cerca,rne la ragione e il principio. Si può dire insomma, che la sua prima ispirazione, antiletteraria, ma non troppo (perché pur gli servirono i riscoprimenti metrici d'un D'Annunzio e d'un Pascoli, e le libertà del comporre secentesche per– fino, mettiamo d'un Redi, di dove ricavò, o, se non ricavò, riespresse, per un puro caso, cérti effetti accortissimi prosastici, e il gusto dei versi sdruccioli, sottili, a scopo ironico) che la sua prima ispirazione gli sia nata dalla musica. Vi sono, non dico nell'opera del Settecento, felice e liricamente doviziosa, di quel suo dolce color dorato, ma nell'opera del prim<? Ottocento, l'opera comica, parti che vivono di ritmo solo, scom- 1) ALDO PALAZZESCHI, Poesie. - Preda, Milano, 1930. L. 25. ibliotecaGino Bianco ·

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