Pègaso - anno II - n. 8 - agosto 1930

Oonan Doyle e la fortuna del romanzo poliziesco 219 ziesco ? Per i pessimisti, essa non è che il frutto d'una progressiva per– v.ersione del gusto e d'una decadenza della cultura; per gli ottimisti, è il segno naturale d'un bisogno di diversione e di svago. Per alcuni, è l'attràttiva del delitto che si fa sempre più pericolosa e inquietante; per altri, al contrario, è la volontà di veder punito il delitto é trionfante la giustizia che si fa, sempre più diffu~ e imperiosa. 1 · Ma occorre scender meglio a fondo del fenomeno e della controver- sia. La letteratura poliziesca, rispo;nde evidentemente ai bisogni d'un pubblico molto composito, che vi ricerca soddisfazioni e sensazioni diverse. Ad una certa classe di lettori, offr_e il suo mero contenuto sensazionale e romanzesco, la voluttà del mistero e dell'avventura, il brivido e il r1:1,ccapriccio.Ad un'altra classe di lettori, offrl:l il sempliee sfogo di curiosità ch'offrono i complicati fatti di cronaca e i resoconti dei tribunali. Ad una classe più elevata di lettori fornisce il divertimento · del problema da risolvere, la ga,ra aperta delle•induzioni e delle dedu-– zioni, il calcolo eccitante delle probabilità e delle possibilità, la gioia, degli inseguitori di tracce e una specie d'igienica ginnastica .mentale. Ma ogni classe di lettori trova nella letteratura poliziesca una let– teratura· di evasione, ·di escave·, come è stato detto, e il suo enorme suc– cesso si spiega col fatto che una umanità affannosa e senza· riposo e insieme standardizzata e meccanicizzata, sente semprl:l più il bisogno di uscire dalla trita e inflessibile regola che la còstringe. e la màcina e di trovare nella lettur;:i, una qualche irrealtà riposante, in cui distrarsi e dimenticarsi, in un'ora di sosta. Un'umanità costretta a ricercare un diversivo e u:µ sedativo nella letteratura poliziesca, dilettandosi di gesta criminose, è forse scesa di ·qualche gradino p.iù in basso di quella che si dilettava e si riposava coi lunghi romanzi sep.timentali; ma il trionfo della letteratura poliziesca non è tanto il segno' d'una decadenza mo– rale,. quanto d'una rivolta contro la monotonia d'una vita che rimane sempre più vuota quanto più si riempie di frastuono. D'altra p;1irte, rion ,è colpa del pubblico se, in ogni paese del mondo, gli altri generi di letteratura amena non offrop.o più molta amenità. Secondo alcuni, anzi, il romanzo poliziesco dovrebbe' la sua diffu– sione all'essere un diversivo, ma non dalla vita, sibbene proprio dalla letteratura. Una scrittrice assai àddentro ai circoli universitari ameri– cani, Marjorie Nicolsòn, in un suo saggio : Il vrofessore e il detective, in cui studia la fortuna che il romanzo poliziesco incontra presso gli universitari e gli accademici, sostiene che questa fortuna è appunto do– vuta al fatto che la letteratura poliziesca costituisce una reazione alla soverchia letteratura soggettiva e introspettiva, che ha raggiunto i li– miti più insopportabili della noia. Tutte le classi di pubblico hanno tro– vato con sollievo, secondo lei, nel romanzo poliziesco una letteratura og- · gettiva, impersonale, liberata dall'ossessione dell' « analisi dell'io l>, e delle « correnti di coscienza l> e, nello stesso tempo, una letteratura di « realismo irreale» che soddisfa l'immaginazione senza isterilirla in un'afa. plumbea e stimola l'intelligenza poiché ogni romanzo poliziescf) indice una gara e una battaglia tra autore e lettore. È certo che la fortuna del romanzo polizirsco è cos.tituita da tutti BibliotecaGino Bianco

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