Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

P.A.ROLE DI. ... MUSIO.A DI. ... Una modesrta sigmorina che wveva la sua mrumma con sé e non aveva am.corrvisto 'llil palcoscenico: Un giorno 1si sarebbe detto di lei: « Debuttò a Oesenatioo nel 19.. :. ». Mia madre, intenerita o.al – l'idea d'ullltt, fom.cill!llache oomilllcia di qui la sua vita, le a.pre la . porta di casa, le spala.nca la porta del cuore. Miimi ebbe la stanza più bella. E . .siooomè la ,stanza ,più bella è oggi, nientemeno, il mio studio, talvolta distraie1I1:domi penso se il fantasma. della cre– stailll·a 1840 non ,sia .rimasto a,ppiattat.o qui dentro peT ll]silllgame ciò ch'è rimasto iri. me di" dolciastro e di pucciniano-, da allora. Entrò in casa nostra la Poei;ia. E non doveva a;coorger;sooe la mamma ,d'un poeta? Non dov,eva a00orgersene lui? Lui le ·guardò le.mani; perché ricoilldava benissimo che pur tra Ile fa0Ce1I1de dome- .,stiche la delicata creatura murgeriana aveva •saputo serb:aire le sue manine più bianche di q11elle della dea, dell',ozio. E furono queste manine da dea deill'ozio che aoca;rez,zarono ia,l mie>cospetto la leg– gera .stoffa rosata da cui doveva uscire la famosa cuffietta, fu tra quesite mani che la cuffietta ,sbocciò coi suoi merletti e i suoi 1n:astri, e rnon ci pareva posébile che avremmo dovuto rivederla poi sulla .scena. Se la poverirna alzava gli occhi da tutto quel rosa, i •suoi occhi non inco1I1travano .solo i :miei oc.chi, ma ·anche il · libretto dlel[a Bohème~ più un'edizione popolare del romoo.zo da cui era stato ta– gliato e confezio1I1ato il libretto, ché non avevo altri libri tfra mano dacché ero tornato dal bel Firooze per le vacanze d'esta¼. Mi pa- - reva che IIlOIIl ci fosse altro mezzo, per un giovinetto, di rendersi interessante a u1I1acantante: mostrarle co1I1tinuamente il r•C'>manzo da cui fu tagliato e CQnfeziona,to il libretto. E non-c'era nulla di strano che dopo essermi in[lamorat,o d'urna creatura poetica io m'illl- 1 nambras.si anche d'ullla Mimi in carne e ossa che m'era ootratà in casa d'un tratto come -se fosse venuta a cercartni: la Poesia che veniva a chieder di me, essendo per di più una bella fi,glfola. Se 1F1orn che UJ11 giorno (erano 0ipp,ena oomilllciate le prove) si pre– sentò un giovanotto che, malgrado l'a,spetto e l'età, doveva essere un rper,so1I1ag,gio d'una certa importanza, tarnto che la mamma di Mimi aveya l'aria di tenel'!selo buono e d'averne 1llil po' di paura; e BibliotecaGino Bianco

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