Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

(". L. P. FARGUE, Sous la Zampe,ecc. 127 Sulla vitalità misteriosa della parola, in quanto distinta affatto dal .suo pratico significato, e quando, come la medusa, sia immersa nel pro– prio fluido particolare, insiste difatti Fargue, e ci6 lo pone agli antipodi dai rètori del linguaggio elegante e sontuoso·. Quel che egli sogna, e <;erca di realizzare, è una «materia», una «pasta>> verbale, ricca di fermenti, densa, sensuosa, come di certi artisti del pennello. Da un punto di vista un po' esclusivo, si potrebbe sostenere che la massima originalità di Fargue stia nella sostituzione di una suggestività pittorica (in senso puro e non descrittivo) alla suggestività musicale, cui di solito si riferiscono le aspirazioni dei poeti.· (Se anche e soprat– tutto, poi, non fosse lui, Fargue, impregnato di musica, in senso proprio .e figurato, sino alle midolla). Questa alchimia verbale, tendente a risul– tati di espressività concreta traverso a una manipolazione del linguag– gio che tien conto dell() parole come di esseri autonomi, dotati di pro– prietà particolari, se da un canto fa pensare irresistibilmente a Joyce, al Joyce di certi frammenti di Ulysses e soprattutto di quella « Wmk in progress >> che è venuta apparendo qua e là in varie riviste, e dove si vedono le parole formicolare e agitarsi, invasate, come un mondo di infusorii epilettici: d'altro canto, richiama alla mente il tentativo surrealista. Con l'avvertenza, che mentre costoro si vietano ogni attività critica nei riguardi di quelle combinazioni espressive che affiorano spon– taneamente· alla coscienza, Fargue tende a concentrare questa attività profonda in una direzione a volta a volta determinata: e ne mantiene i dati sotto il fuoco di un intenso scrup9lo critico. Si distingue d'altra parte dalla poesia dei cubisti (Jacob, Reverdy) pel fatto che non per– segue delle figurazioni astratte, contrappuntistiche, fugate a modo di teoremi, ma tende invece a incorporare in espressioni il meno possibile -esplicative certi stati e moti, certe tonalità e variazioni della psiche co– gliendole nel loro strato più profondo, quasi legato alla vita fisica, or– ganica. I risultati più cospicui di quest'arte poetica vanno ricercati segnatamente in « Vulturne >> (nel volume Espaces) sorta di sogno o visione di un viaggiatore notturno cullato dal rullìo di un treno espresso, <;ui sembra a un tratto di abbandonare la terra, con un vigoroso colpo di tallone, e di salire per l'aria, :fin negli spazi astrali: sorta di poemetto metafisico, dove è raggiunta una tal vàrietà e spregiudicatezza di movi– menti, una tale opulenza evocativa, e una si pungente forza emotiva, che non è facile trovar pagine che reggano al confronto. La libertà, che Fargue 'rivendica pei letterati, di dedicarsi a quelle ricerche di pura materia ormai liberamente ammesse in musica e in pittura, ha -conferito certamente alra sua poesia e prosa poetica un che di irto e difficile, che ha f~tto senz'altro ricorrere molti ai nomi di ~uei poeti «maledetti», che di un'arte siffatta sembrano gli inevitabili antecessori. Spesso s'è parlato di Rimbaud, e persino di Lautréamont. Occorre qui avvertire, che se la poesia di quel tipo di scrittori sembra inevitabilmente legata a un atteggiamento dello spirito radicalmente protestatario e ribelle, il «sentimento>> di Fargue è invece tutt'altro: può se mai, far pensare a Laforgue. Certo lvumour dolente, qualche movenza stilistica, ma più che tutto quel senso di disperazione di– screta e appena sorridente, quel fatalismo acutamente conscio della BibliotecaGino Branco •

RkJQdWJsaXNoZXIy