Pègaso - anno II - n. 7 - luglio 1930

• 128 L. P. F:A.RGUE, Sous la lampe, ecc. pochezza e transitorietà del nostr? uma~o de~tino, e che qu:i,si P,:-1 pudore di una espressione troppo diretta s1 mamfesta con un m1scugho « dròle » di gergo popolaresco e di termini filosofici, (« Qakya-Mouni ne peut rien pour toi, patiras ! »). Si pensi, per intenderci, al Laforgue della G-rnnde Complainte de la Ville de Paris, a quella sorta di enumera– zione rapsodica e come rapita, a quelle caricaturali deformazioni di parole tanto care all'uno e all'altro poeta. Con tutte le differenze, tut– tavia, che corrono dalla voce gracile e un poco fatua, di adolescente sen– timentale, filata sin quasi a sfiorare il falsetto, del La.forgue, a questa, grave, sommessa e nutrita, ricca di inflessioni e di succhi, dell'adulto, macerato e tenebroso Ulisside (« Ce Néron l> dice lui Paul Valéry) tipo 19:30. Allorquando, a ventisett'anni, il poeta delle Complaintes finiva ve– ramente per ((déguerpir vers !'inclusive sinécure », morto ancor più della <( tristesse éternelle des choses i> che di tubercolosi, Fargue (habent no– mina sua fata) era un fanciullo decenne. Nei suoi ricordi d'infanzia (vedi (( Banalité ») Fargue evoca lo spet- tacolo dell'uccisione, su per le scale, a colpi di scopa, di un topo, di un <( rat énorme comme une miche de seigle ii, alla quale si trovò ad assi– stere, e.... che lo rese gravemente malato. (< La bete était là, sur le dos, les dents découvertes, éclatée comme une tornate, les doigts écartés, protestant encore. Je fus réveillé quinze jours après dans mon lit par le bruit d'une pelle qui tisonnait doucement la cheminée.... Pendant longtemps j'eus de longs rèves .... j'avais envie de me battre avec quel– qu'un, de l'insulter, de sauver le rat ou de l'achever .... ii. A questo punto, vien, fatto di ripensare a quèlle che furono le più tenaci, le predilette amicizie giovanili del Fargue: Charles-Louis Phi– lippe, Michel Yell, Marguerite Audoux, poeti tutti della intimità dolorosa di certe modeste esistenze, nella p~ttura oggettiva delle quali costringe– vano i tesori di una sensibilità, di una capacità di amore veramente toccanti nella loro ricchezza un poco schiva (per tacere qµi dell'altro grande amico del giovane Fargue, il Jarry di Ubu,-Roi e inventore della Pataphysique, il quale starebbe a rappresentarne il lato trucu– lento e mistificatore). Pur usando con' la massima discrezione di simili riferimenti a fatti personali, essi possono certamente orientare il let– ~ore a comprendere come que1le <( ricerche di pura materia ii depongano,· m fondo, proprio all'incontro di una disi;>0sizione olimpica e interna– mente indifferente: e se vi si possa intravedere un'ombra di ostentazione per ((mistificare il .borghese», rappr,esentano comunque un ricorso per sfuggire ai pericoli di effusioni troppo liriche e soggettive, come di una espressione elegante e letteraria nata-morta, per attingere alle oscu_re e vivificanti radici del linguaggio; sole garanti di quella <( og– gettivazione concreta >i cui tendono i migliori poeti del tempo nostro. Fondazion~ Alfred J ,eàrm. ALBERTO Ross1. Biblioteca Gino BiancoT GO OJE'l'TI, Direttore responsabile Prn'rRo PANCRAZI, Segretario d-i redazione Libro donat(i)1POGRA~'1A ENRICO Au1AN1 • v1A s. GALLO, sa . FIRENZE alla BibliotecaGinoBianco da...... ~ ..... ~ ~ 91a~1b- ~!1

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