Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

552 O. Alvaro I discoriSi che faceva questo secondJo gruppo er8Jllo molto diversi da quel]li degli altri : essi parlavamo di do111111e. Uno descriveva di aver veduto ,u111a donna ,salire una iScala a pioli, e tutti ridevano con una specie di oppressione e di so:ffocazio111e. Sembrava a tutti di sprofondare in un mare di .ovatta . .Ma ecco che, accolto d!a gr8Jlldi grida, apparve U111 altro ragazze che portava legato a un !laccio un aqU:i1otto appena piumato. Se ne veniva avanti senza voiltarsi, e spesso lo trascinava nella, polvere come una ciabatta. Era vestito C-O!Il un abituccio pulito, a scacchi turchi111i e neri. Era molto diverso dai suoi compagni. ;E>rima,di tutto un color g,entile e pallido gli era diffuso nel viso, e due occhi-strana.mente azimri erano tristi oome certe acque dense inei fossaitemi dei campi. L'aquilotto si fermava di quando in quando a inseguire u111a luceritola che traversava la sttada. Il ragaz210 dell'aquilotto, no111 era evidentemente oome tutti gli altri, perché si formò un poco più alto degli altri su u111 mucchio di terra. Aveva la vocazio111e di fare ill prete, lo chiamav8Jllo il Pre– tino,· ma il •SUO nome era Andrea. n Pretino si sedette attomiato dai ragazzi. L'aqui1otto guardava la hrne intorno. Gli batteva presso gli occhi oome·. il palpito d'una vena. Gli ,occhi li aveva coperti d'una membrana bi8Jllca come iSefosse una lieve cernere. Il Pretilllo si mosse e tutti gli altri :gli furolllo dietro. li] sole ,dJeclinava, e· i ragazzi decisero ,di fare la processione. _Il Pretino teneva l',aquila al g-uilllzaigHo, e andava in testa a tutti 00111 le mani giu111te.I ra- · gazzi di~tro si ,erano raggruppati per ordillle, e con dei sassi che picchiavano uno co111tro l'altro facev3ino i piatti della banda, men- · +rP. altri che C-Oill la bocca rundavano mUJgolandò << Piripiripirirì >> ~ facevano l]e trombe. Solo il Titta guardava illl disparte con U111 lieve surriso di compatimento. Antonello 1siera imescolàto alla prooessi-0ne e llle er,a inebriato. Non sapeva che volesse dli.re , ma si sentiva tra- ' sformato, come alla vigilia _di capire co.se cui noiÌ:laveva mai pern- sato. Alllche lui si era messo uno steoco dav8Jllti alla bocca e :fin_geva di suonarvi, mentre il suo vicino aveva trovato da imitare le trombe che arrivano dietro l'oreochia oon uno storto r&Jmodi, fico. La p,ro– cessionè sbucò Ìlll piazza, pàissò sotto le case, trl;Lgli sguardi 8Jll111oiati deHia ge111te che oztaNa nelle pri.azree •sulle soglie dellf portbe. Poi, · un buon tratto fuori del paese, alla sorgoote, là prooessione si sciolse ,e si oominciò un altl'o gioco, quello, di fare· ponti e canali e orti presso il rusceUo. I ragazzi si erano dispersi, il Preti1no portava il suo ruquiloitto fra gli alberi e ,sulH'(:lrba..Alllto111ello stava attento a quei giochi. AllltoìneUoera S()ltto il ponte e t1scoltava la ,strana m1J1s-ica dei calahroni e delle vespe che lo fasciav8Jllo di sonno. Sta-v-aper an. darse~e, qu81lldo,sulla punta dei piedi scalzi ,si avvicinò a lui U111a bambina . .Si fermò, l]ostette a guardare s,otto u111a frangia :fittissima. di ciglia. Aveva u!Il visò sottile e tutto rifinito, fermo e breve ool BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy