Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

LA PRONUNCIA DEL LATINO OSSIA LA VOCE DEL SANGUE COME STRUMENTO CONOSCITIVO. Da quando io nel dicembre passato scrissi in questo Pègaso (p. 733 sgg.) sulla pronuncia del latino, ho visto con certa mia sorpresa succedersi su questo tema articoli e articoli su settimanali letterari e quotidiani politici, italiani e stranieri, quasi fosse questa una questione attuale e involgesse chi sa quali interessi pratici. Quasi tutti gli articoli avevano in comune due caratteristiche : erano in tono scandalizzato, e portavano firme di gente che fino allora non si era sentito dire fosse dedita a studi linguistici. Ho sempre saputo che ci sòno persone che non si arrischierebbero a metter bocca nella teoria fisica dei quanta senza sapere di fisica e di matematioa, ma che non si fanno scrupolo di par– lare di problemi che ignorano, quand'essi appartengono a discipline sto– riche o filologiche: storia, filologia, linguistica sono, com'è noto, lette– ratura, e di lettere ha per definizione competenza chiunque sappia leg– gere e scrivere, e abbia inoltre leggiucchiato quel tanto che basta a pro– curare la patente di persona colta; e certe questioni si risolvono, dicono, solo a lume di buon senso. Ma io, quantunque professore, sono di natura benevola; e mi ripugnava credere che i miei avversari appartenessero a quella categoria. Ho quindi supposto caritatevolmente che fossero stu– diosi di linguistica solitari, timidi e vergognosi, che solo lo sdegno contro 'quello che a essi-sembrava errore avesse indotto, per la prima volta nella vita, a rompere il silenzio. Mi sono presto dovuto ricredere. A proposito delle controversie sulla pronuncia del latino in Francia, io non già dimostravo ma ricordavo che ogni pronuncia nazionale moderna del latino è errata, in quanto estende tacitamente al latino convenzioni ortografiche che non possono aver valore se non per la lingua per la quale furono escogitate; che meno errato è il modo come il latino pronunciano popoli che di tali conven– zioni fanno uso minore, come gl'Italiani e gli Spagnoli. Ricordavo come la pronuncia latina antica sia assai ben nota da descrizioni di antichi grammatici, da trascrizioni in altre lingue, da parole passate per tempo per via, popolare in altre lingue e colà sottratte alle vicende che esse hanno subìto nello svolgimento degl'idiomi romanzi; anche, per un particolare, la pronuncia gutturale del e e del g dinanzi all'e e all'i, dalla testimonianza di dialetti romanzi molto arcaici, il sardo e, ag- BibliotecaGino Bianco

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