Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

608 V. Ojetti vesti erano al fondo larghe dieci metri: broccati, bro(\catelli, lampassi, amoerri, taffetà cangianti, grosgrains 43,mascati, merveilleum screziati, quadrettati, marmorizzati, da sessanta lire al metro per lo meno, (l poi le tarlatane a stellette d'oro e d'argento, 'i tulli ricamati a ghirlande, le garze di Chambéry a grossi fili. Nel 1859 per un vestito di tulle a quattro gonne occorrevano mille e cento braccia di stoffa; ed era diffi– cile portarlo più d'una volta. Perché, se i tessitori sono i padroni, non ci riconducono a quei tempi, per loro, di paradiso ? Afferma la Cia: « Prima che il vapore, l'elettricità, e le altre in– venzioni non rivoluzionassero tutta l'economia e la dinamica della pro– duzione, la moda non esisteva. >> (Ella che sa di lettere e le ama e custocUsce in una preziosa vetrina gli originali di quasi tutte le opere. di Gabriele d'Annunzio, faccia da un'altra edizione dell'opuscolo to– gliere quel non e tradurre in italiano quel rivoluzionassero, ché la moda può non essere nazionale, ma la lingua ha pur da essere logica e nostra). La moda non esisteva? Uno studioso del costume può datare, quasi anno per anno, un quadri) del '300 o del '400 solo osservando la forma delle scarpe o delle maniche o delle scollature. Le stoffe, specie quelle più costose, restavano le stesse per più anni, ma non le fogge; e solo in Firenze che nel '400 tesseva, sciamiti, zendali, damaschi, broc– cati e velluti per mezzo mondo, ella può, allineando in ordine di dat!J, dipinti del Verrocchio, del Gozzoli, dei due Lippi, del Ghirlandaio, del Botticelli, del Pesellino, persino di quel santo dell'Angelico, notare le rapide mutazioni delle fogge, forse, in quel centro di ricchezza, d'arte e d'eleganza, più rapide d'adesso. Per lo strascico, dalla famosa predica di san Bernardino che lo proibiva ·e« È atto di bestia portar la coda trascicone, quia factus est homo et mulier a Deo sine cauda ») vada fino alla legge fiorentina .del 1464 che permetteva nelle sopravveste una coda d'un braccio e mezzo, il doppio cioè della coda permessa nel 1456; e per la scollatura; dalle doglianze del Savonarola perché i farsetti delle donne scendevano « due dita più giù della_ fontanella», passi alle libertà dei primi del '500, e poi mi dica se si può affermare che la mobile moda è stata creata dal vapore e dall'elettricità. , Il tema, ripeto, è seriò, e la Cia ha ragione a cercare di chiarirlo così che i nostri industriali non si perdano in illusioni. Ma per raggiun– gere questo certo vantaggio, bisogna trarre profitto dalla nostra espe– rienza di secoli, non rinnegarla.· D'accordo, nell'affermare che un'indu– stria per espandersi deve attentamente seguire la moda, dalle automobili agli occhiali, dalle vesti ai gioielli, dalle scarpe alle sigarette, che sono tutti indici schietti, e si tratta di milioni di milioni. D'~écordo, nel ricordare ai pToduttori che chi su.i mercati arriva prima con prodotti nuovi, può giovarsi della larga domanda e della scarsa offerta; che per– ciò bisogna essere lesti in questo lavoro anticipato cosl da partecipare alla form_azione della moda_, e non accontentarsi, come usano anc6ra taluni setaioli e lanaioli nostrani, d'inviare a Parigi per le grandi corse di giugno i loro disegnatori a copiare quel che vedono· in dosso alle donne e donnine mandate dai grandi sarti di là tra le tribune e H peso, a far da lanciafiamme. Noi ~'arriva così c~n un ritardo di almeno sei mesi. Bibl.iotecaGino Bianco

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