Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

j 596 C. Angelini - Primavera lombarda baDdo, e 111epipur BOlttioelli. Pascoli, - per fare un bel salto, - era Ìl'rim(~diabilmente romagnolo. Ma anche· il 1Mrunwni, a ,sua volta, era i 1 rriducibilme111te lombardo, co111 quel suo roma111zodove 1'a ri– nmncia a1le pompe mondane dJella primaive:ra è un (atto p,sioologioo phì. che un dato cronofogico. Oarlo Cattameo non poteva nascere che lu111go il Naviglio, e proprio a l,ui è toccato di scrivere quella Notiz·ia intorno alle cose di Dombardia) che è un po' il miito della nostra terra, e, pel t,01110 praJtioo e favolesco, ubertoso e aUJStero in cui è stata redatta, sta bene accanto al Libro dei prati scritto da Ull1 monaco cistercem~e di qoossù. Proprio a lui; e direi per quella stessa !llecessiità per lia quale è :tocc,ato a,l Miari111-o 111iapo1etamo dli.scri– vere la Canzone dei bMi) e aJ Maigalotti, ro:mamo e deil seicento, d'occuparsi di bùocheri e d'altrettiaJli esotiche goloserie. 1 Dico uomini e teunperamenti rubti a inrtendere, e a esprimere, fo~me immamenti e attitudi!lli essenziali dell~ loro ter.ra 1113/tale. Che è, al1a :fi111e, U111a qu:iJstiooedi coerenza morale. CESARE A.NGlllLINI. BibliotecaGino Bianco

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