Pègaso - anno II - n. 5 - maggio 1930

Primavera lombarda 595 tim.oro e Polenta, P·rim.aver3,mi par di vederla .scendere saltellando pei collli, oome la Sposa del Cantico} e la ritrovo in tutte le sue pompe festaiole. llil Lombarrdia, ripeto, è u!IlaJtro d1sco11so. :B'ra ill P.o e il Ti– cino, l' Aòida e -l'Olona, ohi volesse 0-0ntr01llarla ,per quella ballerim.a quale essa è nei versi dei poeti, resterebbe deluso. Ell1a ,sa che qui bisogna 00D11po:ritarsi •0O!ll discrie:z;i,o,ne oo!Iltenutezza; ,si diverte ma non peoca; dico ,di eccessivo chiasso o ooloJ'e. Sa che !IlOIIl bisogna tur:bare il colore della terra c'ht\ è fondamentalmente autU!ll!Ilale. Altre volte m'è capitato ,di dire che l',autll!llno è iproprio il colore psioologioo di questa UiII13,nissima ,terra !lombarda, e quasi il ·suo tem:peI"Milento religioso. Nessuna, meglio di lei, sa rendere plasti– ca,mente l•a ,stagione raceiolta e ingentilita: è allora ch'essa fa le sue ,sagre, e più volentieri ,si dlona nelle sue forme essenziaJi di re– giooe ,misterio,sa di im.visi:biiifiumi e argentee ombre di bo,~hi. Le quali oose non oompo;rtam.oma1nifestazio1I1i troippo floreaJi e gaJlanti. OO!llveTTà pure aggiungere che, mentre altrove Primav~ra è pun– tuail.e ,alla chiammta del Calendario e s'inaugura, - nolil u1I1'ora di ritardo,'_ oon l'equi!Ilozio di marZiO,iin Lombardia, rper l'or,dine fon– darnentaJe del suo clima, ch'è di paese del nord, tar,d 1 a molto a ve– ni re ; sicch é illlar?Jo è ~oora n!Il m11sed'inverno. Par buo1I10 anoora il taibar.ro e la staJla, dove pur si vive non tSOOza quruche domestica do lcezzia. L a C3imp3ignanon dà a,nc,or .segno òi muoversi, fuor che i ravizzolili 6he, a scoppiàr fuori il lorn oro, ba;sta U!llaprima spera di ,sole ar:raibbiato che sqruarci H cielo d'ia,11desia.Se poi le oose via.n1I10 come iill:vono andare, ma,g,gi o è già e sitate, e Primavera finisce per essere d'assai breve durata: qnam.to dura il giovam.eaprile. Aggiun - gete il fatto che in Lombardi -a lungh i Hsto[li di verde 1I1onma1I1ca1110 ma.i, essendo essa la terra dei 1prati perenni, cioè dell e .marcit f' o campagne ,aperte a piani mitemente ill1clinati, e ,sempre irrora.te da u,n velo d'aJCquia scoIT€1Ilte,d,a s'C'at_uriginiti,epide, che lIIll3Jil.ti ene il rig,og1io diell'erbe: e vi spiegherete am.ohemeg1J.iocome Primavera arrivi f:ra noi senza poribare quel tuTbrumento che la novità diel suo veroe porta altrove. Naturale che da lID'l:t, terr•a oosi, ,si esprimrun temperamenti rpoco festaioli, m,a piuttosto pascaliani e vorrei dir gia1I1sooieti; e non è .senza ragione che il movimento di Porto Reale, d!ov'è ipiù severità che ahleg,rez,za,proprio qui abbiia trapiainfate le sue ioolo1I1ie ,più dotre, .quasi oome in suo clima. Se è vero che ila terra moHe e diletto1Sa « simili a sé g,li abiiJaJtor produre », ha da essere vero a.n,che il con - trnrio. In ver:ùtà, più che oome 'lllila festa o una s3Jgra, i lomba,rdi aan,am.o im.tende,r Primavera oon u,n a,spetto e una funzione rpratioa: quasi unia guida a certe operazioni caD11pestridi potature, di sar– ch:ùature e di semine. Credo sian poche le terre che hairnno una letreratura primave– rile cosi soarsa come la Lomba1rdia._Poliziano no[l poreva esser lom- BibfiotecaGino Bianco

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