Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

LIBRI. DANTE) La v-ita nuova e Il canzoniere. Introduzione e.note di Luigi Di Benedetto. - « Utet », Torino, 1929. L. 8. DANTE, La vita nuova. A cura e con prefazione di Guido Manacorda. -– « Rinascimento del libro», Firenze, 1929. L. 25. Le opinioni critiche intorno alla Vita nuova, espresse nella copiosa bibliografia sull'argomento di questi ultimi decenni,_si possono, all'i,µ– grosso e a non tener conto delle sfumaturè e delle divergenze singole,. raccogliere in due opposte correnti, ricche ciascuna d'argomenti e di campioni. Da un lato stanno quelli che chiameremo i «realisti», per i quali l'operetta di Dante è (con un po' d'esagerazione, ma neppur ta,nto) un racconto autobiografico, in cui ogni parola ha da esser presa e creduta,, alla lettera, ogni fatto accettato senza discussioni ad occhi chiusi. Al 'lato opposto del campo son gli « uomini della cabala», gli interpreti del mistero, intenti a costruire sui fragili fondamenti del libretto dell'Ali– ghieri strane e laboriose architetture dottrinali allegoriche e mistiche,. mediante le quali s'illudono d'intenderlo e spiegarlo con maggior profon– dità e verità. Anche nell'autunno scorso abbiamo avuto due ristampe italiane– della Vita nuova, che non escono da questi schemi e perciò possono of– frirci il pretesto a talune considerazioni sull'argomento, se pur non peregrine, forse neanche del tutto inutili. La prima è un'edizione tori– nese : curata dal Di Benedetto, che l'ha corredata di note sobrie ma. precise, è frutto d'attenta, solida e sicura dottrina. È difficile però trat– tenere un sorriso dinanzi alla tranquilla ed immobile fede del commenta– tore: il quale non ha dubbio alcuno sulla verità d'ogni aneddoto o frase inseriti nel libello dantesco e molte cose sa inoltre che Dànte stesso non ha mai raccontato. Egli è seiIIlpre pronto a scoprire ad ogni passo prove luminose, certe, incontrovertibili. Ci apprende che l'Alighieri provò per- · le donne-schermo «una viva simpatia», ma che « Beatrice restò sempre in cima ai suoi pensieri» ; sa di sicuro che la Donna Gentile fu vera– mente una donna e che Dante se n'innamorò e che. per lei, e non per· Beatrice, come comunemente si crede, scrisse la canzone che incomincia E' m'incresce di me. Peccato che queste sue convinzioni si sostengàno su argomenti e testimonianze, che non a tutti sembreranno, come a lui,. solidi e definitivi. BibliotecaGino Bianco

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