Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

DA.NTE, La vita nuova ecc. 103 L'altra edizione, fiorentina è stata curata da Guido Manacorda il ' ' ,quale, pur non trascu:çando neanche lui la sostanza filologica e l'appa- r~t? d'eru~~zione, ha tentato, nel discorso introduttivo, anche una defi– mz10ne critica dell'opera e, nelle note, giudizi e osservazioni estetiche. Ma la novità maggiore (se pur novità può dirsi) di questo suo commento sarebbe la scoperta della trama mistica e platonica del pensiero dantesco. Il_ Manacorda non accetta senz'altro un'interpretazione allegorica d~lla Vita nuova e, per questo verso almeno, supera la ri&tretta posizione -degli « antirealisti » : accenna anzi, tra i due partiti opposti a una via d'uscita nuova, più vicina al vero forse di quanto egli stess~. noù abbia veduto. Dalla posizione dei «simbolisti» muove però a-nche lui: ed è :ancor tutto carico d'un pesante bagaglio di formule mistiche e di filo– .sofemi. Certo è che l'accettar senz'altro l'interpretazione realistica della Vita nuova appare impossibile ed a;ssurdo ·a chi legga il libro senza preconcetti e non munito di quella intatta e sicura fede che è pri– vilegio singolare di certi dantisti. L'atteggiamento dei quali ha le sue .radici nell'abitudine (comune anche a molti cultori di altre siffatte let– terature speciali, quella shakespeariana per esempio) di trattare le opere · di poesia alla stregua di documenti biografici, dimenticando che i due piani della vita e dell'arte procedo:no si paralleli, ma senza confondersi mai. Invero appare sempre più evidente, da mille prove, che, se è possi– bile talora dalle vicende dell'esistenza individuale e quotidiana passare .alle figurazioni universali ed eterne della poesia, ,è pericolosissimo invece (né può esser. fatto senza infinite cautele) ricostruire sulla traccia di .queste ultime la sostanza mutevole e trita di quelle. Anche la più reali– stica tra le rappresentazioni poetiche, il più verosimile tra i romanzi, sono il risultato d'una creazione o d'una trasfigurazione fantastica: e non -è detfo che debban sorgere sul fondamènto d'una vicenda reale. Vi son opere tuttavia in cui la vita pare trasfondersi immediatamente ,e senza residui, che danno l'impressione a chi legge di partecipar~ con tutta l'anima ad un'azione reale; altre invece nelle quali solo indiretta– mente e attraverso schemi, che danno al lettore il senso costante d'un :mondo artificioso e libresco, si fa str;:i,da una storia umana e commossa. Vero è che forse proprio in questo secondo tipo di libri (appunto perché l'elaborazione artistica vi è più visibile e grossolana) è più facile trovare tracce e spunti d'autobiografia appena mascherata, lacrime e fremiti di realtà. Ma ,è vero anche che, pur volendo adoperare libri siffatti come documenti di vita dovremo stare atte.nti a distinguere quel tanto che v'è in essi di sinc~ro e immediato fuor della selva degli artifici e delle formule retoriche. Ora è chiaro che la Vita nuova appartiene proprio .a questo genere di letteratura: l'opera di composizio~e e di ordinamento artistico delle parti e degli episodi non solo non è m essa mascherata -e nascosta ma ostentata anzi non senza ingenuità; il racconto si vela -e s'adorna' di simboli e di cifre, più o meno trasparenti: lo_ scrittore giunge al punto di dichiarare la sua perizia e g~ustifica,re ~ suoi pr?c~di: menti letterari come nel capitolo XXV, dove s1 scusa e dimostra 11 suo buon diritto d'usare la rappresentazione figurata d'Amore « come se fosse una cosa per sé, e non solamente sustanzia intelligente, ma si come Biblioeca Gino Bianco

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