Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

Zuccoli o l'amico delle donne 101 punta di dispetto, ma (come avviene) anche di quel dispetto godettero .. Di Zuccoli si fidavano; egli sapeva essere ardito senza sguaiataggine, ironico senza offesa. Q-.;iando pure si applicava a ritrarre bellezze e amori, diciamo, «professionali))' anche .nel dipingere piccole mantenute, cocottes, serbava una misura che era insieme buon gusto e gentilezza. Seppure le due cose non sono una sola. Ma la notç1,più sua, il segreto vero di questo amico delle donne, stava in un piglio energico che s'indovinava sotto la forma mondana, in quel suo ritrarre un po' staccato, in quel che di deciso, di maschio che la, condiscendenza e talora la tenerezza velava senza però nascon– derlo. Sotto la sua gentilezza sentivate un punto sicuro di resistenza. Zuccoli non dava quasi mai ragione alle donne, e forse per questo le donne lettrici davano ,così volontieri ragione a lui. Dalle donne, intese così-, ai ragazzi, il passo è meno lungo di quel i?-hepare. Una stessa affettuosa curiosità, un'uguale divertita pazienza, infine la stessa indulgenza, gli serviva a ritrarli. Da Farfui in poi, sono molti i ragazzi di Zuccoli. E sempre che lo scrittore restasse in un giuoco medio, (certe battute e sorprese de L'occhio del fanciullo ricordano persino Gyp) l'effetto è felice. Quando però, nella seconda parte de Le cose più grandi di lui, Zucéoli affrontò il suo tèma in tono maggiore, e volle rappresentare davvero la crisi, il dramma impari del 0 l'adolescenza, li anche il tema divenne « più grande,, dell'autore. Gli ambienti ch'egli ritrasse erano tali da piacere al suo pub– blico; Venezia, Milano, Roma, i laghi; case della borghesia ricca, ri– trovi di scapoli, alberghi eleganti. Ma il suo ambiente vero, la sua nostalgia, fu tutta per la società milanese tra il 1880 e il 1900. Con che gusto, ogni volta che poteva, ricordava i corsi mascherati, la Scala, i veglioni.... Milano fine secolo era la sua città. « Quella vita era ben diversa dalla vita d'oggi. Più piccola la città, più intima e più gaia l'esistenza, più sostenuta la differenza tra le classi sociali; meno nau– seosa la democrazia, insomma ; il popolo e i signori ; bonomìa di questi verso quello, rispetto istintivo di quello verso questi... ; omnibus e vet– ture; poi vetture e trams a cavalli; lampada a petrolio e gas. I nostri padri sapevano godere meglio di noi, amavano ùi più, si reggevano con un ottimismo che purtroppo non abbiamo ritrovato nell'eredità, e sa– pevano partire il loro tempo tra il lavoro e i piaceri, con un equilibrio che la nostra fretta di vivere e· di giungere e di godere non ci ha per– messo di imitare. Essi erano buongustai, noi siamo ingordi,,. Così, men– tre tanti scrittori correvano ogni giorno allo specchio per improvvisarsi la faccia del giorno dopo, Zuccoli serbò l'aria un po' arretrata; l'aria di cinquant'anni ·fa. Ma la sua era una nostalgia, non era una posa. Al si– <Ynorconte con la corvatta, quali che fossero i tempi, e quale il suo o • • . ufficio o di uomo di partito o di giornalista o d1 romanziere, non venne mai ~eno il sano gusto e di lavorare e di vivere. E lo ripeteva da sé yolontieri : « Resto un innamorato della vita, a dispetto dei miei casi per- sonali ,,. PrnrRO PANCRAZI. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy