Pègaso - anno II - n. 1 - gennaio 1930

LE FESTE OENTENARIE DELLA " REVUE DES DEUX MONDES ". In questi giomi si è festeggiato a Parigi il centenario della Revue des deum Mondes con una esposizione commem_orativa, con un volume di saggi retrospettivi redatti dai migliori collaboratori del periodico e con una bella serie di conferenze e di rappresentazioni teatrali. Le per– sone colte di ogni paese, che per tutta la loro vita hanno letto l'un dopo l'altro i fascicoli quindicinali della Revue e le son debitori di tanto profitto e di tanto svago, partecipano volentieri e talora con una punta d'emozione a quella che è un poco anche per loro una festa di famiglia. In Italia, come nel Belgio, nella Svizzera, nella Russia, una buona parte del pubblico costituito dai lettori e dalle lettrici delle classi più alte della società, non attinse ad altra fonte che alle colonne di questo periodico le nozioni che potesse avere della Francia in particolare e della cultura europea in genere. Gino Capponi, Camillo di Cavour, Marco Minghetti, la, Principessa Cristina di Belgiojoso, la Contessa Chiarina Maffei, il Padre 'rosti, Giuseppe Verdi, Arrigo Boito, la Re– gina Margherita, citando solo qualche nome di tre o quattro generazioni di italiani, furono abbonati fedeli della Revue des deux Mondes e ne trassero il meglio della loro cultura generale, quella cioè che non avevan campo di approfondire con intenti di specializzazione, ma tesoreggiavano per qùel nobile gusto dei piaceri dello spirito indicati dal vocabolo francese « agrément ». Appunto per questa sua efficacia come organo d'informazione e come bell'ornamento di un gradevole otium signorile, la Revue des deux Mondes fu ed è un potente veicolo della diffusione della cultura francese nel mondo intero. •Sin dal 1829, che fu l'anno della fondazione della Revue, le altre nazioni si avvezzarono a conside– rarla un'eco schietta, e fedele dei p()nsieri e dei sentimenti del popolo francese. Sorgeva rapidamente, ancor piccola per un paio d'anni nel– l'aspetto esteriore, ma, soprattutto a considerarla ora così di lontano, grande per il suo programma e per la scelta de' suoi collaboratori, que– sta casa delle lettere francesi, senza dubbio nazionale nella sua es– senza, ma aperta, come prometteva il titolo, alle voci d'oltre monte e d'oltre mare, ospitale agli scrittori d'ogni parte del mondo. Più ancora che quest'internazionalismo programmatico, ci può ora sorprendere l'eclettismo della Revue des deum Mondes che iniziava le sue pubblica– zioni quando ormai certo appariva il trionfo della « scuola romantica». Sfogliando l'indice dei collabora.tori, i nomi degli antesignani del Ro- BibliotecaGino Bianco

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