Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

Ritorno sul Montello 691 Un giorno il capitano mi mrundò a chiamare. Si trovava nella fureria installata nelJle scuole comunali. Ordmò al furiere di uscire e COOJ. tutta segretezza mi oomunicò che era prevista immimente una grande offensiva nemica. Noi ci ,si trovava a Riese appunto per essere pr,onti ad accorrere di rincalzo verso Bassano, se fossero rie– sciti a .scendere per la vane del Brenta, o verso il Piave, se avessero invasa la zona tra Pederobba e il M01I1tello. Dovevamo tenerci pr01I1ti e prepairare subito le comunicazioni. Per la testa di pOlllte di Bassano già tutto era stato esegui,to dia altro reparto, per l'all– tra zona dovevamo provvedere rnoi. Ai soldati non bisognava dir nulla. La sua fiducia m me mi lusingava, ma più ero animato dal pensie~o che quella terra che mi era cosi cara fin da bambino dovesse m.macciare d'esser perduta. I lavori vennero eseguiti in pochi giorni perché m'ero scelto UIIlabuona squadra e ,col camion s'allldava presto da UIIlaparte all'altra. Una mattina ,presto, venni risvegliaito dlal tellefono che tenevo accanto al letto. Era il telefo– ruista romano che con voce preoccupatissima mi avvertiva che da UIIl'ora era incominciata l'offensiva austriaca. Rimasi a guardare le :finestre aperte nel buio e imtesi il rombo delle artiglierie conti– nuo .sommerso e reso lontano dall'aria pesante. Tutta la divisione ebbe ordime di tenersi pronta per ,partire. Il capitano col cappello sug1li occhi e le mwni in tasca stava imfastidito e non riesciva a dominare certi scatti di malcontento verso gli altri ufficiali che non si curavano di preparare il proprio plotollle per il meglio. Qualcheduno s'accorgeva solo allora che i ,propri soldati mrunca– vano di maschere contro i gas. Nel pomeriggio, mentre si stava in UIIlcortile in attesa dli partire, egli mi trasse in disparte e mo– stra,tami una carta topografica, COIIl'unghia tracciò sutl .Montello un segno tra Ciano e Volpago e mi disse: - Questo pezzo qui, se lo sono già preso, caro mio ; presto si prenderamno anche la tua Treviso .... - Lo sgomento che provai per UIIlattimo fini coll'esal– tarmi. Ero pronto a fare ,qurunto m'avesse ,ordinato, smaniavo di partire. La vita toccava runcora limiti estremi e decisivi. Già le due brigate di fanteria erruno in marcia verso il Montello e dlue plotOllli della nostra compagnia erano partiti con esse. Il capitano parti alJla ,sera 001 Comando della, Divisiollle. Io avrei seguito il reggimento d'artiglieria da campagna. Questo reggimento nella notte si schierò sulla strada e vegliai coi miei •soldlati sotto al por– tico d'una casa di contadini cerdamdo di imprimermi bene il tem– peramento di ciasculilo. A momenti nel parlare oon loro mi abban– dornavo ad un'affabilità che meritavano: molti avevano lavorato (X)[[l me alJla battaglia di Oruporetto; ma d'improvviso tra di noi s'interponeva il pensiero del combattimento prossimo, della fa– coltà che av,evo di oomandare a tloro e dell'obbligo .che loro ave– vruno d'ubbidire, e allora suecedevruno pause di silenzio UIIlpo' torvo. BibliotecaGino Bianco

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