Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

I RITORNO SUL MONTELLO. ' La nostra divisione, appp,,na discesa dal Grappa, ebbe ordiille di trasferirsi verso il Piave, a Riese, uill paesetto poco distam.te dalla mia città nataJle. lill previsione d'un'altra ritirata la pianura at– torno era ,stata scavata di profondi camminamenti e di triillcee che lasciavamo vedere il bel colore rossastro della terra. I soldati, op– pressi dal caJldo, stavano negli accaintonamenti dli.stesi nelle brander o con le giubbe sbottornate giravano pei campi in cerca di qualche corso d'acqua per bagnarsi. Il rigoglio di quelila bella terra e ancora il p3inorama dei mo111ti,noto fin da1l'infam.zia, mi dàvam.o l'estro di poter fare quel che volevo. Non mi occupavo dei miei soldati, vedevo il capitano solo all'ora della mensa, rimam.evo a letto fi1110 a mezzogiorno, scendevo nel tinello cedutoci d a1la fa– miglia borghese che ci ospitava e li, seccato di trovar.mi 00111 gli altri ufficiali, mangiavo cupamente la solita pa sta asciu tta e la solita cal'IIle allessa con certa tristissima insalata. Da ultimo com– parivano i111 tavola meravigliose aranoe e prima di sbucciare la mia mi divertivo a farla girare tra il polllioe e il medio figuraindOIIIli fosse la terra da cui per un attimo mi avveniva di sentirmi come al di fuori. Finito l'obbligo del pasto in comune, me 111e andavo a, camminare per i campi. Attraversato il paese, rasentavo il cimi– tero ed entravo 111ellacampagna dove un leggero vento msisteva nella caldura. Oamminam.do, a poco a poeo mi spogliavo e arrivavo oosì ignudlo ad un terreno arso e selvaggio dove tra pochi alberi stagnava una breve pozza d'acqua :piena di fermenti e di erbe.I Tra un aO:beroe l'altro le libellule. volavano rapide e sicure e p,oi soendevano a riposarsi sull' erbe galleggianti. Dentro all' acqua. grassa e giallastra scorgevo altri msetti muoversi lenti sul fondo e scomparire nellla melma. Rimanevo così, come trasognato, fino a quando un soffio d'aria Ulil po' fresca no111 veniva ad avvertirmi che il sole era vicino a scendere dietro i mo111ti.A oena il capitano ,pareva più annoiato di me, e a momenti si vedeva incerto tra il trattarmi con severità o il far alleanza con la mia musoneria. La cena finiva presto, prendevo allora UIIlabicicletta e me ne andavo per strade seoondarie di campagna,. - BibliotecaGino Bianco

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