Pègaso - anno I - n. 12 - dicembre 1929

ELSINOR, U}ITRIOORDO. Mi rioordo, qu8llld 1 ero ragazzetto e vivevo a Londra, una mattina ~he entrai nella e.a.mera di mia madre e vidi un piccoio oggetto, por– tato allora aJ.lor11dal postilno, ,speditole d~ una persona amica, che .si trovava ad Elsinor. Era una fotograi:fia incorniciata, raffigurante un C'asteno; dai due lati, sotto il vetro, c'erano qua e là dei sassolini a;ppiccicati, e alcune foglie. Sotto i sassolini era scritto : « Dalla tomba d'Amleto», sotto le foglie : « Dal ruscello di Ofelia>>. Ero t8lllto ilnnocente e giovane e ignorante in quei giorni beati che mi pareva di vedere la tomba, e il ruscello e ogni altra cosa, di Amleto e -0.iOfelia, come se si trattasse di due esseri reali. ,Se guardavo alla fotografia mi veniva fatto di vedervi perfino lo spirito camminante su gli spalti (uno spirito di carne e d'ossa) e mi pareva di udir Amleto, ~he si lamentava e gridava: « Ahimè, perché mi tocca di compier~ -questa vendetta ? )). Mia madire, a vedere ch'ero cosi lieto e fanatico del piccolo tro– feo irn cornice, me lo regalò, e io me lo porfai su per attaccarlo al muro della mia camera. Lo miravo ogrni ,sera e ogrni mattina e mi mettevo a pensare al principe di Danimarca e alla povera Ofelia, il ,cui babbo quel principe crudele prese da principio per un pesciven– dolo, da ultimo per un topo. Quando guardavo il 1ont8lllocastello, mi dicevo tra me : « Non ci .arriverò mai! Non mi riuscirà mai d':mdar tanto lontano!», e mi pareva d'essere privato di'un gran bene. · Ool crescere, ool oorrere degli anni, spari dai miei occhi quel– l'imagilne, bernché i ,sassolilnie le foglie del rusoello d'Ofelia mi siano :rimasti nella memoria fino a oggi. E siccome via via si allornt8lllava 1a probabilità d'un viaggio fino a E1sinor, un po' per volta mi s'in– sinuava nell'animo urna oerta paura che, dopo tutto, un giorno mi ~rebbe accaduto d'andarvi. Più invecchiavo, più serio si faceva il dubbio che la prova potesse essere calda ed efficace come me i'ero :sogrnata, che le illusiorni ne ,potessero uscire intatte. Ormai, poiché norn m'era riu!'lcito d'avvicilnarmi d'un passo alle solid~ pietre della tomba e ai beai vivi. salici, la realtà s'era ,mutata in illusione, e te– mevo per la mia illusione, che me la distruggesse un improvviso e B bliotecaGino Bianco

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